"Non cambia il clima di grande incertezza sul futuro dell’impianto Venator di Scarlino". E’ quanto dice Gian Luca Fè, segretario generale della Femca Cisl secondo il quale "superato, grazie all’autorizzazione recentemente ricevuta, il problema dello stoccaggio dei residui, il problema principale rimane adesso quello di comprendere le reali intenzioni della multinazionale proprietaria dell’impianto".
"Una multinazionale sostanzialmente assente e che, temiamo, non abbia un vero e proprio piano industriale – sostiene il segretario –. L’incertezza sul futuro è stata anche ribadita dal presidente e Ceo di Venator, Bryan Snell, e dal vicepresidente esecutivo Mahomed Maiter. Non abbiamo nulla da rimproverare alla direzione locale che ha lavorato anche con risultati concreti per tutelare i lavoratori, ma rimane il fatto che la multinazionale continua ad essere assente e a non dare spiragli per il futuro, come manifestato nell’incontro che si è tenuto in Regione. Adesso è fondamentale capire se da parte loro c’è davvero interesse per portare avanti l’azienda o meno. Il futuro di Venator è anche il futuro dell’intero Polo industriale di Scarlino dove anche Solmine può risentire in maniera determinante delle scelte. Invitiamo per questo la direzione della multinazionale a mostrare prima possibile un piano industriale per il futuro o, nel caso non ci sia, a dirlo chiaramente e in maniera definitiva senza continuare a tergiversare”.
La preoccupazione principale, al momento, è soprattutto per la situazione dei lavoratori visto che a gennaio finirà la cassa integrazione straordinaria.
"Di fronte a una situazione del genere – continua Fè – è molto difficile individuare l’ammortizzatore sociale giusto da utilizzare al termine della cassa integrazione straordinaria".