Migliaia i balneari che ieri si sono dati appuntamento a Roma, in piazza Santi Apostoli, per protestare contro l’applicazione della Direttiva Bolkestein. Tra questi anche una cinquantina di imprenditori maremmani che insieme ai rappresentanti provinciali di Sib Confcommercio e Fiba Confsercenti hanno chiesto al governo di legiferare, nel più breve tempo possibile, per mettere ordine e ridare certezze al comparto che rischia di mettere a repentaglio la stessa apertura della stagione estiva. Al fianco dei colleghi delle altre località di mare italiane, i balneari maremmani hanno manifestato in pubblico le proprie difficoltà nel programmare la propria attività economica, il tutto nell’incapacità di pianificare quegli investimenti fondamentali che il turismo balneare reclama a favore di tutto il settore turistico del Paese.
"Siamo tornati in piazza perché non possiamo più aspettare – dice Daniele Avvento, presidente provinciale di Sib Confcommercio –. Non possiamo più accontentarci delle rassicurazioni: abbiamo bisogno di atti concreti che ci facciano capire se possiamo contare ancora sul nostro lavoro o dobbiamo cominciare a pensare ad altro. L’atto concreto che serve è una legge. A Roma i balneari di tutta Italia hanno chiesto a Giorgia Meloni e al Governo tutto e al Parlamento di farla subito. La chiameremo volentieri ‘Legge Meloni’, ma deve essere in grado di fare chiarezza definitiva sulle concessioni demaniali marittime. Regole certe, senza le quali c’è il rischio che venga compromesso l’intero comparto turistico del Paese". "La legge quadro di riordino del settore non è più rinviabile – commenta Claudio Pierini, presidente provinciale Fiba Confesercenti –. Il diritto ormai a macchia di leopardo, l’inaccettabile precedente delle procedure svolte dal Comune di Jesolo nel totale vuoto normativo sono campanelli d’allarme gravissimi. Il Governo deve agire subito, non dopo le elezioni europee, con la stesura di una legge che il comparto balneare attende da ormai 15 anni".
Nicola Ciuffoletti