NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Lo studio di Confcommercio. Negozi al dettaglio, che flessione...

Dal 2012 al 2024 si sono perse 52 attività nel centro storico e 163 in periferia. Ma il "food" cresce

Dal 2012 al 2024 si sono perse 52 attività nel centro storico e 163 in periferia. Ma il "food" cresce

Dal 2012 al 2024 si sono perse 52 attività nel centro storico e 163 in periferia. Ma il "food" cresce

La perdita di presìdi commerciali nei centri storici e nelle periferie delle città è un tema attuale che anche le associazioni di categoria stanno studiando attentamente. I dati del Centro Studi delle Camere di commercio elaborati dall’ufficio studi di Confcommercio presentano una situazione con segno meno anche nel comune di Grosseto. Nel panorama nazionale, Grosseto si posiziona al 51esimo posto tra le città capoluogo che hanno registrato il maggior calo di negozi tra 2012 e 2024, con una perdita del 24,3% abbastanza in linea con il trend regionale dove la palma delle maggiori perdite va a Pistoia con il 29,9% di botteghe in meno. Quanto emerge insomma dall’ultima indagine condotta da Confcommercio nazionale tra 2012 e 2024 solo nei Comuni capoluogo hanno chiuso i battenti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante.

Per quanto riguarda il commercio al dettaglio nel comune di Grosseto la perdita, dal 2012 al 2024, è stata di 215 attività, passando da 124 del centro storico a 72 e da 981 fuori dal centro storico a 728. In questo contesto dove a prevalere è il segno meno ci sono comunque delle piccole eccezioni e sono rappresentate dalle farmacie e dal "commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati". Le farmacie sono passate da 14 (2012) a 24 (2024), mentre l’altra categoria del commercio a dettaglio da 14 (2012) a 38 (2024). In linea generale in poco più di dieci anni in Toscana ogni capoluogo ha perso in media un’attività commerciale su quattro. E la flessione si è accentuata dopo il 2019, negli anni della pandemia, quando le fragilità si sono amplificate. Sempre a livello regionale "a risentire maggiormente della crisi sono stati i negozi di abbigliamento, calzature, articoli per la casa, giocattoli, librerie, edicole, ferramenta e cartolibrerie – spiega direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni – ma anche i banchi del mercato ambulante e i negozi di alimentari. meno negozi significa meno servizi, meno presìdi sul territorio, minore sicurezza e una qualità della vita compromessa, soprattutto nei centri storici e nei piccoli borghi".

La storia è leggermente diversa per le categorie "Alberghi, bar e ristoranti" dove la situazione è pressoché invariata: se alcune attività del centro storico di Grosseto hanno chiuso, altre fuori dal centro hanno aperto. Nel settore dei pubblici esercizi, a Grosseto come in altre città i bar hanno registrato una contrazione, con la sopravvivenza legata alla capacità di diversificare l’offerta, mentre la ristorazione continua a crescere (passando da 272 a 328 attività), sostenuta dall’aumento dei consumi fuori casa. Nel capoluogo maremmano mostra segnali positivi anche il settore ricettivo extralberghiero, con B&B, residence, affittacamere professionali e simili (da 88 attività nel 2012 a 107 nel 2024). Confcommercio provinciale conosce bene la situazione. Per Gabriella Orlando, direttrice di Confcommercio Grosseto, il settore dei pubblici esercizi gioca un ruolo cruciale per l’economia del territorio, una realtà fortemente votata al turismo, in particolare quello estivo. "La sfida – ha detto – è promuovere politiche di rigenerazione urbana e sostegno al commercio locale, per evitare che città come Grosseto si svuotino e perdano la loro anima". La ristorazione, come anche ripetuto in occasione dell’ultima assemblea della Fipe Grosseto, è strategica per l’intera Maremma e Danilo Ceccarelli, presidente provinciale della Fipe, ha ribadito: "Dobbiamo restare uniti. La ristorazione è un pilastro della nostra economia e della nostra identità culturale. Continueremo a difendere i nostri diritti, a promuovere la qualità e a garantire un futuro solido per il nostro settore".

Nicola Ciuffoletti