"L’umanità perduta". Dolore e incredulità

Per tutti è difficile trovare le parole per dare un senso a questa storia

"L’umanità perduta". Dolore e incredulità

"L’umanità perduta". Dolore e incredulità

"L’umanità perduta". Per due volte la storica conduttrice di ’Chi l’ha visto?’, Federica Sciarelli, apre il servizio televisivo di Rai tre ampiamente dedicato al ritrovamento del cadavere di Nicolas Matias del Rio nel territorio comunale di Arcidosso, nella villa in località "Case Sallustri".

Ucciso e gettato nel pozzo che si trova nel giardino della villa dalla banda di rapinatori che il 22 maggio lo aveva sequestrato assieme al carico di pregiate borse Gucci che aveva prelevato dalla ditta "Gt" di Casteldelpiano per conto dell’azienda di trasporti New Futura di Piancastagnaio.

’Chi l’ha visto?’ dal 24 maggio aveva seguito tutta la vicenda con i servizi sui luoghi realizzati dal giornalista Giuseppe Pizzo. Che, mercoledì sera, nella diretta da Arcidosso, nella rotonda di piazza Indipendenza, luogo dove le telecamere di sorveglianza avevano inquadrato la Panda con i tre uomini adesso in cella e lo stesso Nicolas, è apparso visibilmente emozionato nel raccontare i particolari del tragico epilogo della vicenda.

Una commozione ben più accentuata dopo la fine del servizio.

Anche perché lo stesso giornalista, aveva partecipato alle ricerche sulla strada del parco faunistico dell’Amiata, sul Monte Labbro, e aveva trovato le scatole contenenti le borse sparse nei boschi e all’interno del piccolo seccatoio la cui porta era stata forzata.

Proprio con i familiari di Nicolas Matias del Rio, specie il padre Eduardo, ’Chi l’ha visto?’ ha intessuto in questi lunghi e dolorosi giorni, un grande rapporto umano e di solidarietà personale.

Increduli e senza parole, invece, sono apparse le persone che abitano a poca distanza dalla villa dove è stato trovato il corpo del corriere. Una villa di proprietà di una signora anziana residente fuori provincia della quale la famiglia Gjoni aveva le chiavi, perché incaricata dalla proprietaria di effettuare i lavori di manutenzione, soprattutto nella parte esterna.

A questo compito pensava principalmente Niko Gjoni, padre di Klodjan, il 33enne arrestato all’aeroporto di Roma dai carabinieri mentre attendeva l’imbarco su un volo per Tirana. Lui adesso è accusato di omicidio, sequestro di persona, rapina e danneggiamento, il padre – invece – di favoreggiamento.

Giuseppe Serafini