NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

L’uomo prima del Papa: "Andavo a Betlemme. Mi chiese di pregare per lui"

Monsignor Cetoloni racconta i due momenti che lo hanno segnato "Mi disse: lo faccia perché io diventi sempre più bambino".

Papa Francesco durante la sua visita a Nomadelfia nel maggio 2018. Alla sua sinistra Rodolfo Cetoloni, allora vescovo di Grosseto

Papa Francesco durante la sua visita a Nomadelfia nel maggio 2018. Alla sua sinistra Rodolfo Cetoloni, allora vescovo di Grosseto

La forza dei suoi gesti e la vicinanza alle persone sono due aspetti che hanno sempre contraddistinto l’operato di Papa Francesco tanto da segnare la memoria di chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarlo. Monsignor Rodolfo Cetoloni, vescovo di Grosseto dal 2013 al 2021, ha avuto la possibilità di incontrare Papa Francesco in momenti diversi della sua vita e in particolare sono due gli episodi che lo hanno segnato in modo particolare.

"Ovviamente non posso dimenticare la visita del Papa alla comunità di Nomadelfia – esordisce monsignor Cetoloni –, fu un momento dove si vide subito l’interesse che nutriva per questa realtà, ma sono altri gli incontri che mi hanno segnato nel profondo". Il primo avvenne quando Cetoloni era ancora vescovo di Montepulciano. Fu in occasione di un’udienza.

"Gli dissi che stavo partendo per Gerusalemme – racconta Cetoloni – e Papa Francesco mi disse: se va Betlemme preghi anche per me perché io diventi sempre più bambino. Fu una frase che mi colpì moltissimo. Questo suo desiderio di piccolezza nella sua responsabilità grande mi scosse". Cetoloni andò a Gerusalemme e dopo circa un mese si recò nuovamente a un’udienza. "Quando mi vide – prosegue – mi domandò come era andata in Terra Santa e se avevo pregato per lui a Betlemme. Di nuovo fui colpito dall’attenzione e che aveva dato alle parole pronunciate in precedenza. La sua era un’attenzione mai formale, le parole e l’interesse gli provenivano dal cuore".

C’è stato poi un altro momento molto particolare per monsignor Cetoloni. "Il secondo episodio è stato nel giugno nel 2013 durante una conferenza episcopale in San Pietro – dice Cetoloni –. A noi vescovi ci fece mettere tutti seduti a cerchio e anche questo aspetto non era banale. Io ero stato informato del trasferimento da Montepulciano a Grosseto, trasferimento che poi si completò nell’agosto dello stesso anno. Papa Francesco fece una bellissima riflessione sul nostro essere vescovi, io mi trovavo in fondo alla fila, rimasi fino alla fine insieme ad altri due vescovi toscani. Avevo in cuore un po’ di sofferenza per il trasferimento e glielo volevo comunicare. Quindi mi avvicinai a lui e glielo sussurrai, lui inizialmente sembrò non capire, quindi lo presi per un braccio e gli chiesi esplicitamente cosa dovevo dire alla gente che stavo per lasciare. La sua risposta la conservo ancora intimamente però il senso era di metterci sempre tutto noi stessi, in ogni azione. Quest’ultimo messaggio è stato sempre vivo in lui, Papa Francesco ci ha insegnato a dare noi stessi fino all’ultimo momento, con intensità e semplicità".

Papa Francesco è stato un uomo che ha scelto di voler essere uno come gli altri, rifiutando ogni sfarzo, arrivando all’incontro con l’Eterno, ricco soltanto del proprio cuore, della propria umanità. Papa Francesco è stato un esempio di semplicità vera. La sua forza, come emerso anche nelle parole di monsignor Rodolfo Cetoloni, era nella tenerezza e nell’ascolto.

Nicola Ciuffoletti