NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Lupi, abbattimenti ‘selezionati’. Chi è a favore e chi li aborrisce

Pastorelli: “Deve essere sicuramente l’ultima spiaggia, ma è una possibilità importante”. Vetturi(Lav): “Assolutamente contrari, non si risolve il problema così. I pastori devono adeguarsi”

Fa discutere molto la decisione dell’Ispra sulla possibilità di abbattimento in alcuni casi

Fa discutere molto la decisione dell’Ispra sulla possibilità di abbattimento in alcuni casi

Grosseto, 27 marzo 2025 – Da specie rigorosamente protetta a specie da abbattere è un attimo, basta cambiare prospettiva, ma dove sta la verità, se mai c’è una verità? Le sorti del lupo, anche in Maremma, non sono chiare e si sa, è proprio nelle zone di ombra che spesso si fa fatica a definire i confini di una ’verità’, piuttosto che di un’altra. Intanto fa discutere e molto il nuovo protocollo stilato da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale voluto dal ministero dell’Ambiente che permetterebbe alle Regioni di abbattere un numero determinato di lupi, ad esempio in Toscana il numero massimo è 22.

Di base questo prevede l’abbattimento come ultima azione in caso di esemplari pericolosi: prima di procedere, però, è necessario mettere in atto diverse azioni, dalla rimozione della fonte di attrazione del lupo alle forme di dissuasione.

Per le associazioni che appoggiano i pastori e che da tempo chiedono un’accelerazione sugli abbattimenti di questi esemplare questo protocollo rappresenta una svolta, un primo importante passo verso il contenimento del fenomeno predatorio. “Sapere che Ispra ha avuto questa apertura è un sospiro di sollievo. – ha detto Mirella Patorelli, presidente del Comitato Pastori d’Italia - Adesso però credo che un ruolo importante ce l’abbiamo le Regioni che recepiranno le segnalazioni dai territori e che le dovranno inoltrare a Ispra per essere valutate. In Maremma abbiamo esempi di predazioni continue.

Le greggi dei nostri pastori sono massacrate. Come presidente del Comitato ricevo segnalazioni giornaliere”. Dall’entrata in vigore della direttiva Habitat, che dal 1977 rende il lupo specie “rigorosamente protetta”, non era più stato abbattuto, legalmente, un esemplare. Ma esistono delle deroghe, in Francia ad esempio vengono abbattuti. La stessa Habitat prevede infatti deroghe, in casi particolari, per la cosiddetta “mitigazione del conflitto”. Per Pastorelli l’abbattimento non è l’unica soluzione, anzi è quella più estrema ma in questa fase non ci sono alternative: “In ballo – conclude Pastorelli - c’ è la sopravvivenza dei nostri allevatori”. Posizione diametralmente opposta è quella della Lav.

Per l’associazione ambientalista non esiste abbattere gli animali, piuttosto i pastori dovrebbero adeguarsi alle misure di prevenzione, come recinzioni regolari e cani da guardiania e adottarle sempre. Comunque per Lav fondamentale è il dialogo tra i diversi portatori di interesse e in questo senso la Maremma insegna. Fu proprio la Provincia di Grosseto, qualche anno fa a ospitare la prima e unica “Piattaforma per la coesistenza” Italiana. La Commissione Europea istituì questa piattaforma mettendo attorno al tavolo tutti i portatori d’interesse presenti a livello territoriale. L’obiettivo era individuare possibili soluzioni per ridurre la conflittualità nelle aree di presenza del lupo.

Rappresentanti di associazioni animaliste e ambientaliste, di allevatori, agricoltori e cacciatori, nonché rappresentanti di caseifici e istituzioni pubbliche si confrontarono. Tra queste c’era la Lav che portò il suo contributo per individuare soluzioni incruente a possibili problemi di coesistenza. Per la Lav partecipò Massimo Vetturi, responsabile nazionale Animali selvatici Lav. “Come associazione ribadiamo che siamo contro ogni possibilità di aprire la caccia al lupo – spiega Vetturi -. Non ci rendiamo conto che il problema non è il lupo, ma il mancato adeguamento delle misure di prevenzione. In Italia ci sono esempi virtuosi -conclude – dove nello stesso ambiente coesistono branchi di lupi e allevamenti, uno è il parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Qui convivono lupi e animali da pascolo”.

Nicola Ciuffoletti