![Simone Castelli, Coldiretti Grosseto Simone Castelli, Coldiretti Grosseto](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/ZWRiOTBmNzMtYWQ4MC00/0/lupi-maremma-sotto-attacco-colpiti-sessanta-allevamenti.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Simone Castelli, Coldiretti Grosseto
Sono sessanta gli allevamenti che in provincia di Grosseto hanno subìto una o più predazioni in meno di un anno. Oltre 200 gli animali azzannati e uccisi tra pecore, agnelli, asini e vitelli.
Numeri estrapolati dalla mappa delle predazioni di Coldiretti che dall’aprile dello scorso anno registra e certifica gli episodi di predazione a danno dei pastori.
Due quelli che si sono consumati in poche ore nell’ultimo fine settimana: l’ennesima carneficina ha coinvolto l’allevamento di Carmelo Masala, decano dei pastori di Manciano che alleva uno dei greggi più importanti della Maremma: predazioni hanno portato ad un crollo della produzione del latte: 100mila litri solo nell’ultimo anno.
Un ammanco che, oltre alla perdita dei capi, si traduce in una immediata perdita di fatturato e sostenibilità economica che è la principale ragione della "fuga" dei pastori dalle campagne e del mancato ricambio generazionale.
Anche l’ovile di Simone Parrucci in località Rispescia – frazione del comune di Grosseto – è stata colpito, per la seconda volta in pochi giorni. Appena fuori dall’uscio di casa, sulla strada, il cartello della campagna #salviamoipastori, ci ricorda che quella è terra di lupi.
"Non sono al sicuro nemmeno nelle loro stalle. Il lupo è riuscito a trovare il modo di entrare ed uscire per ben due volte in pochi giorni trovando sempre il modo di aggirare la recezione – denuncia –. Ho perso il conto delle predazioni che ho subìto in questi anni. La convivenza con il lupo è diventata insostenibile. Per questo c’è bisogno di accelerare sul declassamento della specie a livello comunitario per poter attuare poi piani di gestione come accade per il cinghiale e le altre specie della fauna selvatica".
"Il lupo non è più una specie a rischio estinzione mentre lo stanno diventando i pastori, che faticano sempre di più a presidiare zone spesso marginali ed interne e garantire la materia prima per produrre le nostre Dop come il pecorino Toscano ed il Pecorino delle Balze Volterrane – spiega Simone Castelli (nella foto), presidente Coldiretti Grosseto –. Oggi non esiste un censimento regionale dei lupi che sia oggettivo, scientifico e realistico ma solo stime. La sua presenza è ormai acclarata in tutti gli habitat, ha colonizzato anche centri urbani dove vive a pochi chilometri di distanza e le zone costiere. Nessuno vuole avviare una caccia al lupo ma semplicemente ristabilire una convivenza sostenibile".
La presenza di un alto numero di predatori – e quindi le conseguenze sui capi allevati – nei giorni scorsi era stata oggetto di preoccupazione anche per Angela Saba, presidente della sezione prodotto ovicaprino di Confagricoltura Toscana, che aveva sottolineato il problema parlando delle difficoltà che opprimono il settore alle prese, fra le altre cose, con un calo del prezzo del latte riconosciuto ai produttori. "Non si tratta solo di tutela della tradizione o del presidio del territorio, che sono elementi comunque fondamentali – dice Saba –, ma di un aspetto cruciale: senza redditività, le aziende chiudono e non riaprono".
L. M.