REDAZIONE GROSSETO

Uccide e scuoia un lupo, allevatore condannato a 7 mesi di reclusione

Secondo quanto ricostruito dalle indagini dei carabinieri l’uomo aveva dapprima ucciso l’animale, per poi scuoiarlo e appenderlo a un cartello stradale nei pressi di Campetroso di Monterotondo Marittimo. I fatti risalgono al 2017, ora la sentenza del Tribunale di Grosseto

Il Tribunale di Grosseto ha condannato a 7 mesi di reclusione un allevatore (Foto di repertorio)

Il Tribunale di Grosseto ha condannato a 7 mesi di reclusione un allevatore (Foto di repertorio)

Grosseto, 13 febbraio 2025 – Condannato a sette mesi di reclusione, per uccisione di animale e furto venatorio, un allevatore. La sentenza del Tribunale di Grosseto, resa nota dalla Lega anti vivisezione (Lav), arriva dopo 8 anni dall’accaduto. Nell’aprile del 2017, secondo quanto appreso, l’uomo aveva dapprima ucciso un lupo, per poi scuoiarlo e appenderlo a un cartello stradale nei pressi di Campetroso di Monterotondo Marittimo. In bella vista anche un messaggio di scherno: “No agli abbattimenti, si alla prevenzione”. “Le prove raccolte attraverso le indagini svolte dall’Arma dei Carabinieri con Forestali e il Ris – spiega in un comunicato la Lav –  hanno attribuito all’allevatore l’impronta digitale rilevata sul cartello appeso a fianco del corpo del lupo, come il Dna ritrovato sulle corde usate per appendere il cartello stesso, così come è stato accertato che il suo telefono cellulare aveva agganciato le celle telefoniche poste in prossimità del luogo dove il corpo brutalizzato dell’animale era stato ritrovato nel momento in cui il crimine veniva messo in atto. Il giudice ha, inoltre, accolto la ricostruzione del PM secondo cui l’uccisione del lupo mediante un laccio-trappola faceva parte del medesimo piano criminoso che ha portato alla sua esposizione”. “Nel corso delle precedenti udienze la difesa dell’allevatore aveva chiesto il proscioglimento, poi negato, perché l’imputato era già stato sottoposto a una sanzione amministrativa comminata nel frattempo per gli stessi fatti. Nel dibattimento conclusivo, sempre la difesa, ha chiesto che l’uccisione del lupo fosse considerata come “dettata da necessità” in quanto l’allevamento dell’imputato avrebbe subito attacchi da parte di predatori”, conclude la nota.