MATTEO ALFIERI
Cronaca

Maltrattavano i bimbi, condanne confermate

La Corte di Appello non fa sconti a maestre e titolari dell’asilo "Albero Azzurro". Le educatrici interdette dalla professione per 2 anni

Tribunale (foto d'archivio)

Grosseto, 22 settembre 2021 - In quell’asilo, l’Albero Azzurro di Grosseto, i bambini venivano maltrattati. Dopo la sentenza con il rito abbreviato del giudice per l’udienza preliminare Marco Mezzaluna, ieri pomeriggio è arrivata anche quella del collegio giudicante della seconda sezione penale presso la Corte di Appello di Firenze che conferma in toto le condanne a due anni. Maltrattavano i minori, dunque le due titolari dell’asilo, Azzurra Marzocchi e Manuela Seggiani, e un anno e mezzo per le due maestre, Costanza Mori e Alessia Berti. Niente da fare per le difese degli imputati (Diego Innocenti e Riccardo Lottini per Marzocchi, Roberto Cerboni per Seggiani, Carlo Valle e Angela Porcelli per Mori e Berti) che hanno cercato di demolire la motivazione della condanna che era stata scritta dal giudice Mezzaluna, ovvero che non ci sarebbero stati i maltrattamenti e le vessazioni nei confronti dei piccoli ospiti della struttura grossetana. I giudici della Corte di Appello hanno confermato in toto il "metodo Azzurriano", ovvero la condotta che la titolare Azzurra Marzocchi aveva nei confronti dei bambini e anche con tutti coloro che lavoravano all’asilo e dunque avevano a che fare con i bambini. Ma non solo: la Corte di Appello, ha anche accolto la richiesta della Procura e le imputate sono sono state interdette dalla professione di educatrici per due anni. Confermati anche i risarcimenti delle parti civili (difesa Antichi, Isidori e Iazzetta).

Costituito parte civile anche il Comune di Grosseto, che era rappresentato dall’avvocato Ambrogi. Le prime segnalazioni di maltrattamenti all’asilo Albero Azzurra di Grosseto arrivano alle famiglie nel dicembre del 2015: furono le famiglie ad accorgersi di un cambio repentino nel carattere dei loro figli. L’intuizione istintiva di mamme e papà fa sorgere dubbi che li spinse a denunciare. Le telecamere, richieste dal pme Arianna Ciavattini e autorizzate dal Gip Marco Bilisari, furono installate durante le feste di Natale del 2015 e registrano per 40 giorni nel salone, nel dormitorio e nella sala pranzo. Secondo la ricostruzione dei fatti, gli episodi andavano avanti addirittura dal dicembre 2013 senza che nessuno lo avesse riferito alle forze dell’ordine. E le telecamere svelarono tutto: i bambini più inappetenti sarebbero stati costretti a mangiare. Per gli altri, offese e schiaffi. Altri bambini che piangevano venivano chiusi al buio nella sala della nanna e lasciati soli, a volte anche per ore. Nel Febbraio 2017, il Pm Arianna Ciavattini chiese il rinvio a Giudizio per Azzurra Marzocchi, Manuela Seggiani, Costanza Mori e Alessia Berti. Nel giugno 2018 arriva la sentenza di primo grado e ieri quella di appello. Che inchioda le quattro di fronte alle loro responsabilità.