"Manciano street music festival". Che serata con ‘Il tempo dei giganti’

Paola Turci e Gino Castaldo oggi protagonisti di uno spettacolo sulla grande musica italiana d’autore .

"Manciano street music festival". Che serata con ‘Il tempo dei giganti’

"Manciano street music festival". Che serata con ‘Il tempo dei giganti’

Ci sono tre anni d’oro al centro dello spettacolo ‘Il tempo dei giganti’, con Paola Turci e Gino Castaldo. Quei tre anni dal 1979 al 1981 in cui alcuni dei cantautori italiani più importanti, come Lucio Dalla, Pino Daniele, Fabrizio De André, Vasco Rossi, Franco Battiato, Rino Gaetano, Lucio Battisti, regalano alla storia della musica capolavori senza tempo. Tre anni e tante canzoni, con uno storytelling intrecciato di ricordi, analisi e interpretazioni dal vivo, che integra parole e musica in un unico racconto e che oggi alle 21.30 prenderà vita sul palco del Manciano Street Music Festival.

Che cosa ha reso quegli anni così straordinari?

Castaldo: "In quei tre anni esplodono contemporaneamente alcuni dei più importanti cantautori italiani. Fanno i dischi più belli della loro carriera. Succede qualcosa di irripetibile. La canzone d’autore conquista il potere perché quelli erano i dischi più venduti.

Turci: "Non c’è nostalgia, credo che queste canzoni splenderanno per sempre. Io faccio parte di quel popolo che ha amato questi cantautori in quel periodo. Ho iniziato a suonare la chitarra a 11 anni con quelle canzoni. Canzoni straordinarie, scritte in un mondo profondamente diverso, eppure capaci di parlare anche a chi quel mondo non lo ha conosciuto".

Dove nasce questa magia?

Castaldo: Senti ‘L’anno che verrà’ e capisci che potrebbe essere stata scritta oggi. Stiamo parlando di artisti visionari. Tanta gente mi incontra e mi chiede chi rimarrà di oggi. E io no credo che rimarrà molto. Più che altro per un differente approccio alla musica. Ci sono eccezioni, ovviamente, ma c’è un senso di effimero nell’impostazione della musica di oggi.

Turci: "C’era una forte tendenza alla pura espressività. Che era il cuore dell’arte, intesa come scoperta, ricerca del sé stesso artista. C’era una libertà espressiva più legata all’arta pura. Oggi si guarda più ai numeri e alle visualizzazioni.

Tornerà un’età dell’oro come quella?

Castaldo: "Tendenzialmente sono di indole ottimista. Ma la contemporaneità mi sta mettendo a durissima prova. Siamo in un momento davvero basso. Spero nella ciclicità delle cose, ma il problema è che nell’insieme c’è poco spazio, oggi, per una musica diversa".

Turci: "Questo è il mio impegno. Il mio faro. Il mio obiettivo è realizzare qualcosa che veramente più di ogni altra somigli a quello che sono e a quello che sono diventata. Non sono un‘artista del mainstream. A maggior ragione rifuggo dai numeri e dall’esposizione, e mi concentro soltanto sul piacere e l’urgenza di scrivere canzoni nuove".