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Manifestazione in piazza. L’allarme di Santarelli: "Pecorino Dop a rischio"

Il presidente del Caseificio di Manciano ha partecipato alla protesta dei produttori "Cento allevamenti persi in tre anni e manca il latte. Traballa il sistema della Maremma".

Senza pecore niente latte. E senza latte niente pecorino, uno dei "re" dell’enogastronomia maremmana. Anche i numeri sono impietosi: in provincia di Grosseto in tre anni sono stati chiuso 100 allevamenti e il latte ha avuto un brusco calo che si attesta intorno al 20% in meno. E la produzione della Dop (la denominazione di origine protetta) è a rischio concreto. Senza latte, dunque, niente pecorino. Quello che tutti ci invidiano e che viene venduto in ogni parte del mondo. Ieri in piazza Dante, in occasione dell’evento natalizio organizzato da Coldiretti Grosseto, per sensibilizzare le istituzioni e i consumatori sull’emergenza che il settore sta vivendo (soprattutto quella delle predazioni) c’è stata una protesta del settore zootecnico. Un dramma che investe non solo la pastorizia locale ma tutta una filiera "Senza latte è difficile continuare con questa qualità – inizia Carlo Santarelli, presidente del Caseificio sociale Manciano –. In tre anni abbiamo visto un crollo negli allevamenti. Purtroppo il nostro settore è lasciato in balia degli aventi da circa 30 anni. E adesso, con il problema dei predatori che è diventato strutturale, molti allevatori si sono scoraggiati. E la produzione è a forte rischio". Secondo Santarelli infatti "acquistare un prodotto con il marchio Dop vuol dire tante cose. A parte la qualità di quello che mangiamo, che è assolutamente certificata, dietro c’è la salvaguardia di un territorio, una filiera garantita, dal produttore di latte fino ad arrivare alla trasformazione e alla successiva vendita". "Insomma – aggiunge il presidente del Caseificio di Manciano, vorremmo che il nostro lavoro, che in Maremma ha anche una valenza culturale, fosse salvaguardato. Basta pensare che la pastorizia e di conseguenza la zootecnia sono dei capisaldi per la tutela di zone marginali, l’unica ancora rimasta per evitare lo spopolamento incontrollato dei nostri territori. Che purtroppo è già iniziato".