"Sulla Venator la mia posizione è sempe stata molto chiara e, se Bartolozzi vuole, sono disponibile ad un confronto pubblico con documenti e prese di posizione che conservo nel mio fornitissimo archivio personale".
E’ quanto risponde e propone l’assessore Massimo Borghi in merito alla domanda posta dal consigliere comunale Andrea Bartolozzi che lo invitata a spiegare la sua posizione su gessi rossi e crisi dell’azienda.
"Già nel 2015 si parlava di crisi dell’allora Tioxide – dice Borghi –, ponendo il problema di dove si sarebbero dovuti abbancare i gessi rossi. Nel silenzio totale su questo tema decisi di avanzare una proposta e dopo un confronto profondo e serio lanciai l’idea di abbancare i residui della produzione del biossido di titanio nella cava della Bartolina che, a mio avviso, e su questo non ho cambiato idea, sarebbe stato un sito molto più idoneo rispetto cava della Vallina. Mai in quella fase, né dopo, ho parlato di chiusura della fabbrica, cosa da me ritenuta una sciagura economico-sociale. A tutt’oggi reputo ancora valido il succo di quella proposta, perché ritenevo e ritengo che la cava della Vallina presenti problematicità più difficili da risolvere. Da quel periodo ad oggi, mentre Bartolozzi non se ne accorgeva, le cose sono molto cambiate: in primis Venator è diventata proprietaria della cava della Vallina, e questo cambiamento è fondamentale per ogni tipo di discussione attuale sul collocamento dei gessi rossi, ma soprattutto la Venator ha lasciato soli i lavoratori e la dirigenza della fabbrica di Scarlino. Io sto dalla parte, come sempre sono stato, dei lavoratori. Parlano per me le lotte operaie alle quali ho partecipato fin da ragazzo, nella nostra zona, nella vicina Piombino, nella lontana Torino durante le lotte alla Fiat".