REDAZIONE GROSSETO

Miasmi in città e polemiche: "La Asl certifica la qualità dell’aria. Il sindaco non ha alcun potere"

Vivarelli Colonna ha ricevuto il rapporto ieri mattina: c’è scritto che la salubrità è in miglioramento "Il Consiglio di Stato poi è chiaro e specifica che i Comuni sono senza competenze sulla materia".

Vivarelli Colonna ha ricevuto il rapporto ieri mattina: c’è scritto che la salubrità è in miglioramento "Il Consiglio di Stato poi è chiaro e specifica che i Comuni sono senza competenze sulla materia".

Vivarelli Colonna ha ricevuto il rapporto ieri mattina: c’è scritto che la salubrità è in miglioramento "Il Consiglio di Stato poi è chiaro e specifica che i Comuni sono senza competenze sulla materia".

Il Comune di Grosseto ha ricevuto il rapporto su qualità dell’aria e ricadute sulla salute. Il mittente è la Asl che evidenzia come ’per il secondo anno consecutivo emerge come la qualità dell’aria nelle nostre province stia ampiamente migliorando negli ultimi anni’. Davvero curioso; soprattutto quando in città si fa un gran parlare delle maleodoranze e quando c’è chi invoca, con tanto di riferimenti normativi, un provvedimento salvifico del sottoscritto".

E’ quanto dice il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna che dice di voler fare chiarezza: "Sulla questione della competenza all’emissione di ordinanze da parte del sindaco – dice –, il Consiglio di Stato con sentenza del 6 dicembre 2022 numero 10681 si è espresso rammentando che ’la giurisprudenza è ferma nel ritenere che gli ampi poteri concernenti le industrie insalubri, conferiti dagli articoli 216 e 217 R.D. 27 luglio 1934 numero 1265, sono esercitabili a condizione che siano dimostrati, da congrua e seria istruttoria, gli inconvenienti igienici e che si sia vanamente tentato di eliminarli’". E poi, secondo il primo cittadino, c’è di più.

"Il Consiglio di Stato – dice – prosegue osservando che ’appare evidente che l’Amministrazione comunale, non possedendo né gli strumenti né le competenze per accertare in proprio le condizioni sanitarie di una industria insalubre, tenda a conformarsi al parere reso dall’Autorità sanitaria. Nondimeno, sorge in capo all’Amministrazione medesima l’onere di discostarsi motivatamente dal parere suddetto in presenza di due condizioni: l’assoluta insufficienza, carenza, approssimazione del parere negativo reso dall’Azienda sanitaria, e la contemporanea sussistenza di allegazioni di parte (o comunque acquisite dall’Amministrazione comunale) che provino l’inattendibilità del parere negativo e la sussistenza di comprovati elementi che escludano inconvenienti sanitari ascrivibili all’azienda’. Insomma, per emettere un’ordinanza sindacale, devo essere necessariamente in possesso di una congrua e serie istruttoria, ma non basta: anche in condizione di un parere dell’Azienda sanitaria (come nel caso della sentenza del Consiglio di Stato) il sindaco deve valutare l’insufficienza o l’approssimazione del parere stesso e valutare al contempo gli eventuali elementi a sostegno dell’opposizione alla chiusura degli impianti".

"Come può quindi il sindaco emettere un’ordinanza senza pareri tecnici e addirittura con un rapporto della qualità dell’aria fornito dall’Asl che esprime per il secondo anno consecutivo un quadro migliorativo? – si chiede Vivarelli Colonna – E ancora: come posso emettere un’ordinanza sindacale quando lo stesso Consiglio di Stato riferisce che appare evidente che l’Amministrazione comunale non possiede né gli strumenti, né le competenze per accertare in proprio le condizioni sanitarie di un’azienda insalubre? Ricordo che la Regione, con la sua agenzia Arpat, a oggi non ha preso alcuna posizione e anzi ha fornito risposte al Comune, di concerto con Asl, riferendo della non pericolosità delle maleodoranze. Perché le forze di governo regionale non hanno preso posizione per risolvere il problema e anzi hanno respinto la proposta di localizzazione elettronica delle maleodoranze a Grosseto? Perché allora nessuna protesta nei confronti della Regione? La risposta è solo riconducibile alla politicizzazione della questione. Se dobbiamo quindi fare politica, rispondiamo in punta di penna: perché la Regione Toscana nel Piano regionale della Qualità dell’aria non affronta direttamente la questione? Perché consultando la normativa legislativa regionale di riferimento si trovano ripetuti atti riguardanti interventi per il miglioramento della qualità dell’aria nel Fiorentino e nella Piana lucchese, ma non un espresso intervento per le maleodoranze a Grosseto? La risposta da un lato sta nei parametri di riferimento presi in considerazione (polveri sottili) marcatamente pericolosi in termini di ricaduta sulla salute umana (che a Grosseto confermano una buona qualità dell’aria), dall’altro nella scarsa attenzione che la Regione dedica al nostro territorio".