RICCARDO BRUNI
Cronaca

La miniera a memoria, la tragedia è diventata un film: un corto per ricordare

L’opera è diretta dall’attore e regista Giovanni Guidelli: "Gli esterni sono stati girati proprio in paese, mentre per la parte nei sotterranei ci siamo spostati a Massa Marittima"

La scena iniziale del cortometraggio diretto da Giovanni Guidelli

La scena iniziale del cortometraggio diretto da Giovanni Guidelli

Roccastrada (Grosseto), 3 maggio 2023 – La tragedia della miniera in un film. Sarà proiettato domani alle 21 nel Centro civico di Ribolla (l’ex cinema Mori) il nuovo lavoro del regista e attore Giovanni Guidelli, intitolato ‘C’era una volta a Ribolla’. Una serata speciale, proprio in occasione dell’anniversario di quel 4 maggio 1954 che segnò il destino di 43 minatori della comunità locale. Insieme al regista ci sarà anche il giornalista e scrittore Pino Corrias, per intessere un dialogo in cui approfondire vari aspetti della vicenda, di cui fu testimone lo scrittore Luciano Bianciardi.

Il film, un cortometraggio di circa venti minuti, si apre con un uomo che viene svegliato nel cuore della notte da alcuni rumori provenienti dalla cucina e scopre che quattro minatori sono seduti al tavolino e stanno parlando di un animale dentro una gabbietta.

"Il Comune di Roccastrada – racconta il regista – ha deciso di fare questa proiezione proprio nel giorno della celebrazione di quella tragedia dovuta a una fuga di gas nella miniera. Il film lo abbiamo girato l’anno scorso, tra marzo e aprile. Gli esterni proprio a Ribolla, mentre per la parte in miniera siamo andati in quella di Massa Marittima. Ed è stato un tuffo al cuore, perché entrare nelle viscere della terra con gli attori nel ruolo dei minatori è stato come un viaggio nel tempo".

Parte degli interni sono stati girati al Museo di Monticello Amiata.

"Siamo riusciti a trovare questa casa rurale – racconta ancora Guidelli – custodita all’interno del museo. Una casa di due stanze che sono bellissime. Sembrava di entrare in una casa di fine Ottocento. La Toscana è ricca di questi piccoli tesori".

Una storia di finzione, per raccontare un evento reale di cui è importante tenere viva la memoria.

"Il cinema utilizzato per raccontare la realtà – sottolinea il regista – e in questo caso la più grande tragedia mineraria del dopoguerra italiano. Ci furono funerali di Stato ai quali parteciparono cinquantamila persone, ma l’aspetto sul quale ci siamo soffermati è stato quello dell’amicizia che con i minatori aveva stretto questo giovane scrittore, Luciano Bianciardi. Al tempo non aveva ancora trent’anni e insieme a Carlo Cassola portava ai minatori libri e film. Voleva che capissero l’importanza di quei mezzi di emancipazione culturale. Una storia importante, di cui abbiamo voluto contribuire a tenere viva la memoria".

L’esplosione di gas, il grisù accumulatosi per la scarsa ventilazione in una galleria a 260 metri di profondità, che non permetteva un efficace ricambio dell’aria presente, provocò la morte di 43 persone nella sezione "Camorra Sud" della miniera di lignite. I primi soccorsi furono poco incisivi a causa della mancanza delle maschere antigas. Le famiglie, che dovettero costituirsi parte civile accettarono le offerte in denaro della Montecatini e il processo si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati e il disastro fu archiviato come "mera fatalità".