Monito di Legambiente sul clima: "Maltempo, paghiamo i ritardi"

Assemblea nazionale dei Circoli a Rispescia. Ciafani: "Ci sono 361 progetti ancora bloccati"

Monito di Legambiente sul clima: "Maltempo, paghiamo i ritardi"

Alcuni dei circa cinquecento volontari che hanno preso parte all’assemblea dei Circoli di Legambiente che si è svolta a Rispescia

"Gli eventi meteo estremi che in queste ore hanno colpito nuovamente il Paese ci ricordano che l’Italia non deve perdere altro tempo. Il Paese paga lo scotto di troppi ritardi su lotta alla crisi climatica, strategie di adattamento e mitigazione, transizione ecologica. Si stanzino subito le risorse economiche necessarie per attuare il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il Pnacc, approvato nel dicembre 2023, e che permetterebbero la realizzazione delle 361 azioni previste dal documento. Inoltre, il Paese deve accelerare il passo verso una transizione, incentrata su lotta alla crisi climatica, economia circolare, mobilità sostenibile e innovazione produttiva, che ha già prodotto oltre 3 milioni di posti di lavoro".

E’ questo l’appello lanciato ieri al governo da Legambiente da Rispescia in occasione della giornata conclusiva dell’assemblea nazionale dei circoli che ha visto riuniti oltre 500 volontari e volontarie.

"A dieci mesi dall’approvazione del Pnacc – dice Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – devono essere ancora stanziate le risorse economiche per attuare gli interventi previsti. Un ritardo inspiegabile mentre l’Italia continua ad andare sott’acqua e dove a rimetterci in termini di danni economici e anche perdite di vite umane sono persone, comunità e imprese. Al Governo Meloni chiediamo che vengano stanziate subito le risorse necessarie e che il Paese prenda la giusta rotta per colmare i grandi ritardi che riguardano, in primis, la lotta alla crisi climatica e l’accelerazione della transizione ecologica. L’Italia deve credere nel green deal europeo, deve investire in prevenzione e strategie di adattamento al clima, e accelerare nella transizione ecologica, oggi ancora troppo ostacolata e frenata da ritardi normativi, burocrazia, autorizzazioni lente e fake news che rallentano la riconversione ambientale dei territori. Il Paese deve, inoltre, abbandonare ogni visione miope e distorta legata a fonti inquinanti e obsolete come gas, petrolio e nucleare. Gli oltre 100 cantieri, tra storie e buone pratiche, che abbiamo visitato e mappato in un anno e mezzo e che stiamo continuando a raccontare con la nostra campagna itinerante ‘I cantieri della transizione ecologica’ ben testimoniano il grande fermento e la rivoluzione che è già in atto nel Paese. Dalle storie di chi punta sull’economia circolare a chi è in prima linea per decarbonizzare i grandi impianti industriali energivori, da chi punta su agrivoltaico e rinnovabili, a chi lavora per la rigenerazione urbana".