ANDREA CAPITANI
Cronaca

Morì nell’incidente in A12. Il Tar non accoglie il ricorso: "Fu ucciso da un infarto"

I giudici hanno respinto l’istanza della moglie di Pier Francesco Dalle Luche. Nel 2019 l’auto su cui stava viaggiando si schiantò contro il casello a Rosignano.

Pier Francesco Dalle Luche è morto in un incidente stradale il 2 marzo del 2019, lungo l’autostrada A12

Pier Francesco Dalle Luche è morto in un incidente stradale il 2 marzo del 2019, lungo l’autostrada A12

MONTE ARGENTARIOIl Tar dà ragione al Ministero della Difesa. Respinto dai giudici amministrativi il ricorso della moglie del tenente di vascello Pier Francesco Dalle Luche, l’ex comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Porto Santo Stefano scomparso in un incidente stradale il 2 marzo del 2019. Un impatto tremendo allo spartitraffico del casello autostradale di Rosignano Marittimo, in direzione Livorno intorno alle 16,50, che non aveva lasciato scampo al 35enne ufficiale originario di Viareggio, lasciando nello sconforto le comunità dell’Argentario e del comune lucchese.

Il motivo del ricorso era stato dettato dal decreto del Ministero della Difesa del 20 maggio 2021, che aveva negato "la dipendenza da causa di servizio dell’infermità exitus per grave politraumatismo della strada a prevalente estrinsecazione toracica e addominale" per la morte del comandante Dalle Luche, motivo per il quale la moglie aveva deciso di fare ricorso al Tar. Il parere del comitato di verifica per le cause di servizio specificava che "è stata esclusa la sussistenza del nesso causale tra il decesso e l’incidente: il decesso è evento verosimilmente secondario ad aritmia cardiaca. Poiché nei precedenti di servizio dell’interessato non emergono elementi per un possibile collegamento fra le stesse e gli eventi di servizio, questi devono essere esclusi quali fattori causali o concausali efficienti e determinanti".

Ne è derivato quindi il ricorso per chiedere l’annullamento del decreto ministeriale, specificando che le valutazioni svolte dal Comitato sarebbero "state errate, frutto di un evidente travisamento dei fatti e fondate su un’insufficiente attività istruttoria. Trattandosi di incidente in itinere, dato che è avvenuto lungo il normale tragitto per spostarsi dal luogo di lavoro all’abitazione e in orario compatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa". Secondo la ricorrente "non vi sarebbe prova del fatto che il soggetto sia deceduto per morte cardiaca improvvisa, né che abbia avuto un grave malore prima dell’incidente". Ma la domanda di riconoscimento della causa di servizio è stata rigettata perché "l’evento non era riconducibile al sinistro stradale in sé, bensì a un improvviso arresto cardiaco". Il ricorso è stato dunque respinto dal Tar. Nel verbale della Polizia stradale, inoltre, viene riportata "l’assoluta mancanza di controllo del veicolo".

Andrea Capitani