
Titolare del fascicolo è il procuratore capo Nunzio Fragliasso. Effettuate anche perquisizioni. Al momento si procede per omicidio colposo.
GROSSETOUn’idea gli inquirenti ce la devono avere già su che cosa possa essere accaduto nella notte tra lunedì e martedì, sul traghetto che da Napoli doveva portare gli studenti della quarta dell’Istituto Manetti-Porciatti a Palermo. Ma hanno bisogno di conferme scientifiche per poter muovere ulteriori passi. E’ questa al momento la posizione della Procura di Torre Annunziata titolare dell’inchiesta sulla morte di Aurora Bellini, la studentessa di 19 anni, deceduta dopo un malore accusato nel bagno della cabina del traghetto che condivideva con due compagne di scuola. Il suo giovane cuore si è fermato, ma perché? Titolare del fascicolo è il procuratore capo di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, che proprio ieri ha confermato l’apertura di un’inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti. "Non poteva rimanere un’indagine iscritta a modello 45 – ha spiegato – per poter eseguire accertamenti che ci sono necessari per capire appieno che cosa possa essere accaduto".Ulteriori passi? "Dobbiamo attendere l’esito dell’autopsia, per capire se e come proseguire nelle indagini". Ci possono essere ipotesi, anche dopo aver sentito studenti e professori su che cosa è accaduto da quando Aurora ha parlato con il padre Paolo, intorno alle 20 di lunedì sera, quando l’ha percepita "serena e contenta" a quando dopo poche ore si è accasciata nel bagno e praticamente non ha più ripreso conoscenza. Ma ipotesi che hanno necessità di conferme che possono arrivare solo dal risultato dell’autopsia, che sarà eseguita questa mattina a Nocera Inferiore, dopo essere slittata di 24 ore, e dagli eventuali approfondimenti tossicologici. Elementi scientifici che dovranno essere intrecciati con quanto appreso dalle testimonianze e quanto sequestrato tra gli effetti personali della ragazza. Perquisizione che è stata compiuta sul traghetto arrivato poi a Palermo, ma dal quale la studentesca non sarebbe mai scesa. Tra gli oggetti posti sotto sequestro ci sono farmaci comuni, come aspirina o antinfiammatori, che la giovane aveva con sé e il telefono cellulare, utile per ricostruire i contatti della ragazza.Cristina Rufini