
La scena dell'incidente in cui è morto l'ex ministro Matteoli
Grosseto, 20 dicembre 2017 - Una strada maledetta, che anche quest’anno ha preteso il suo tributo di vite - l'ultima, quella del senatore Altero Matteoli - e che continuerà a farlo, almeno fino a quando uno dei tanti progetti e delle tante ipotesi per metterla in sicurezza non prenderà corpo. L’Aurelia è stata classificata, per numero di incidenti e per la gravità di questi, la seconda strada più pericolosa d’Italia. Questo già qualche anno fa. Ma non ha portato a niente. Come a niente hanno portato gli incontri, gli impegni, le dichiarazioni, le intenzioni, le ipotesi, i tracciati, i comitati, le manifestazioni, i progetti, gli incarichi e i sopralluoghi che hanno costellato questa storia.
Una storia che va avanti da almeno vent’anni, da quanto cioè si è reso evidente che le condizioni di questa strada, rimasta nel tratto tra Grosseto e Capalbio così com’era negli anni Settanta, non sono più adeguate al traffico di oggi, sia per quanto riguarda le dimensioni delle auto sia per quanto riguarda la loro potenza. Mancano le corsie di emergenza, ci sono centinaia di incroci a raso.
E per tredici chilometri, nel territorio del comune di Capalbio, la strada alla quale è affidato tutto il traffico della dorsale tirrenica rivolto a e proveniente da Roma viaggia su una sola corsia per senso di marcia. Stretta, per giunta, come fosse una qualsiasi strada provinciale che unisce una frazione secondaria al paesello di riferimento.
Eppure, nonostante questo sia evidente ormai da un sacco di tempo, l’Aurelia continua a essere questa. E continua a pretendere il proprio tributo di vite, l’ultima in ordine di tempo, quella del senatore, ex ministro ed ex sindaco di Orbetello, Altero Matteoli. Che da sempre si è battuto per il raddoppio.
Eppure tutto sembrava pronto, all’inizio degli anni Duemila, per un intervento di ristrutturazione che sarebbe stato affidato ad Anas. Ma l’idea venne accantonata, sorpassata da quella ritenuta più conveniente di un’autostrada. Da allora ogni prospettiva di sviluppo e miglioramento dell’Aurelia si è impantanato in un groviglio di progetti che non sono mai arrivati a niente. Non è mai stato trovato il modo di attraversare questo picccolo tratto di Toscana, nonostante l’impegno di chi non ha mai smesso di cercare una soluzione.
E il tratto tra Grosseto e Capalbio è rimasto così, in attesa di risposte. Quella proposta da Sat si è trovata contro tutti gli enti locali, dalla Provincia ai Comuni e persino al Parco della Maremma, insieme ad associazioni di cittadini, comitati e quant’altro. Soprattutto nella zona di Orbetello il passaggio di un’autostrada avrebbe dovuto affrontare troppi elementi critici, la piana alluvionale dell’Albegna, i centri abitati, le zone commerciali che sorgono ai lati della strada. E così la Conferenza dei servizi tra Stato e Regione ha deciso di cambiare rotta e tornare alla soluzione di un adeguamento a quattro corsie, che archivi per sempre l’ipotesi di un’autostrada e metta al sicuro l’Aurelia.
Ipotesi alla quale Anas ha lavorato ma la cui progettazione è stato poi affidata a Sat, che dovrà ricominciare da capo un iter fatto di progetti, discussioni e ipotesi su cui dovranno esprimersi ancora una volta tutti gli enti coinvolti, in un percorso che richiederà mesi. Ma, intanto, tra poco più di due mesi ci sono le elezioni. E tutto può essere messo di nuovo in discussione. Mentre sull’Aurelia si continua a morire.