A volte è un attimo che ti ritrovi da scrivere la lettera a Babbo Natale a dover fare i conti con un po’ di consapevolezza in più, con le responsabilità e con gli occhi un po’ diversi. Quando la consapevolezza aumenta forse anche il Natale, ha un sapore diverso. Rimane comunque il periodo più atteso dell’anno per le nuove generazioni.
Additati spesso come superficiali, i ragazzi nascondono invece tanta sensibilità e fragilità che traspaiono in un periodo come quello natalizio, che pone tutti difronte ad un punto: volti familiari vicini e riflessioni.
"Cosa è per te il Natale? Hai già fatto i regali? Come è cambiato da quando eri bambino?" Ecco, di fronte a queste domande cinque ragazzi si sono aperti, ben oltre la festività.
"E’ la festa più bella dell’anno – afferma Asia Toto –, per le vacanze, il riposo, stiamo in famiglia e scartiamo i regali. Ho già cominciato a fare i regali, in base ai gusti personali di chi li riceve mettendoci anche del mio. A Natale starò a casa in famiglia, il giorno prima ed il giorno dopo a lavoro, invece. E’ cambiato da quando eravamo più piccoli, era tutto più bello. Mi piace la tradizione, l’ho sempre festeggiato a casa anche se trovi sempre meno persone a tavola".
"E’ un periodo che mi piace, si sta di più in famiglia – spiega Lorenzo Del Santi –. Lavorerò il giorno di Natale così che mi possa abituare perchè voglio fare il militare. Ho comprato a mio fratello la Playstation 5, una collana per mamma e per il compagno di mamma una leva della frizione della moto perchè siamo due motociclisti. Prima, quando ero piccolo, il clima per me era più spensierato. Era diverso perchè mia mamma era più in salute. Il Natale aiuta a crescere, prima lo aspettavi solo per i regali, adesso invece hai una visione complessiva sui problemi, ti viene da pensare che i soldi che ha speso mamma per un regalo li poteva sfruttare per qualcosa di utile per sé: qui capisci la crescita".
"Per me è una bel periodo, considerando che il mio compleanno è solo qualche giorno prima quindi ci sono più regali – dice Alessandro Vanni Acampora –. Farò i regali alla mia famiglia e ai miei amici in base ai loro gusti. La tavola per me è sempre stata piccola. I miei genitori sono separati e non c’è mai stata una ’rimpatriata’ tutti insieme con i familiari di mamma e babbo. Certe volte non la vivo bene, ho sempre desiderato almeno una volta trovare tutti seduti a tavola senza problemi e discussioni specialmente nelle festività natalizie, sarebbe bello stare una volta felici e tranquilli".
"E’ un bel giorno, stiamo in famiglia tutti insieme, riuniti con i più cari che non vedi solitamente – afferma Ettore Savarese –. E’ motivo di ritrovo e conviviale. Prima il Natale lo aspettavo in modo diverso. Con il passare degli anni, quando sarò adulto, lo considererò un giorno come un altro, specialmente per il lavoro che voglio fare: il cuoco".
"Starò in famiglia il giorno di Natale e allo stesso tempo lavorerò con mamma – dice poi Ginevra Bernardini –. Lei ha un ristorante e la aiuterò a lavoro. Spero fra qualche anno, da adulta, di essere dall’altra parte del mondo sempre legata alla mia passione della pasticceria. Telefonerò ai miei cari sicuramente, se si dovesse avverare questo obiettivo, per fargli gli auguri di Natale chissà da quale Paese potrei chiamarli".
Cambiato o visto con occhi diversi, il Natale "regala" sempre qualcosa, sia infiocchettato, sia di emozioni perchè aveva ragione il Piccolo Principe quando svelò il suo segreto: "Non si vede bene che con il cuore, l‘essenziale è invisibile agli occhi".