REDAZIONE GROSSETO

Neonato morto sulla nave da crociera, la madre scarcerata. Cambia il reato: abbandono di minore, non omicidio

Non convalidato il fermo delle due colleghe e compagne di cabina che sono tornate in libertà

L'arrivo della donna in tribunale (Foto Aprili)

L'arrivo della donna in tribunale (Foto Aprili)

Grosseto, 24 maggio 2024 –  Abbandono di minore, non più omicidio. Il gip di Grosseto ha derubricato l'accusa contestata a Chan Jheansel Pia Salahid, 28enne filippina, la mamma che ha dato alla luce un bambino sulla nave da crociera Silver Whisper il 17 maggio e poi arrestata per la morte del piccolo. In serata la donna è stata scarcerata. 

Non convalidato invece il fermo delle sue due colleghe e compagne di cabina, che sono tornate in libertà. Oggi l'autopsia per chiarire le cause del decesso. La 28enne ha sempre negato di aver voluto provocarne la morte del suo neonato, che aveva chiamato Tyler.

Ieri durante l’udienza di convalida la madre ha raccontato quello che è accaduto in quella nave, dove lei lavora come aiutante in cucina. “È emerso - ha riferito l'avvocato difensore Giovanni Di Meglio - che la ragazza pensava di essere più indietro nella gravidanza e di gestire la situazione. Ma, dopo essere partita da Salerno ha partorito. Si è trovata di fronte ad una situazione molto difficile. E ha fatto quello che una persona come lei poteva fare ovvero il miglior modo possibile”. "Si è presa cura del bambino fin dall'inizio, lo allattava e lo idratava. Lo puliva quando c'era bisogno - ha aggiunto l'avvocato - Ha usato degli assorbenti da donna perché altri non ne aveva”.

Sempre nella ricostruzione, la 28enne avrebbe "gettato durante la notte la placenta nell'inceneritore della nave. Se avesse voluto disfarsi di quel fagotto, non se sarebbe accorto nessuno durante la navigazione, approfittando anche del buio. Perché, appunto, non era nella sua volontà”.

La morte del neonato secondo Di Meglio è avvenuta per un "comportamento negligente, certamente non per il dolo. Ha tenuto nascosta la gravidanza perché altrimenti sarebbe stata licenziata. Il suo stipendio gli permetteva di far vivere la sua famiglia nelle Filippine, sono sei persone”.