Monte Argentario (Grosseto), 22 maggio 2024 – “Non lo voleva uccidere". L’avvocato Giovanni Di Meglio, legale di Chan Jheansel Pia Salahid, 28enne nata a Manila, la mamma che ha dato alla luce il bambino sulla nave da crociera "Silver Whisper", avrebbe provocato la morte dei neonato per una "negligenza criminale". "In quei due giorni di vita – aggiunge il legale – nonostante avesse nascosto a tutti la gravidanza e il successivo parto lo ha sempre allattato. Se avesse voluto ucciderlo avrebbe saputo come fare".
Il piccolo infatti, sarebbe stato tenuto nascosto nella cabina della nave. E quando doveva restare da solo, veniva sistemato nell’armadietto per evitare che cadesse dal letto. Armadietto del quale venivano lasciate le ante degli sportelli aperti per permettere al piccolo di respirare. Azioni queste, che fanno ritenere che la 28enne non volesse uccidere suo figlio.
Per la morte del bambino sono state fermate in carcere con l’accusa di omicidio volontario, la mamma, 28enne di Manila, e due colleghe, Mutundu Dorcas Njuguini, originaria del Kenya, e Mphela Kgothadso Mabel Jasmine, del Sud Africa, difese dagli avvocati Luca e Mario Fabbrucci. Le tre donne sono nel carcere di Sollicciano a Firenze dove aspettano l’udienza di convalida che ancora non è stata fissata. Il bambino era nato venerdì 17 maggio a bordo della nave nella rotta fra Civitavecchia e Porto Santo Stefano dove la Silver Whisper è rimasta ormeggiata al largo dell’Argentario per una notte.
Intanto la procura di Grosseto ha conferito per venerdì 24 maggio l’incarico per l’autopsia all’ospedale Misericordia. Sarà il professor Mario Gabrielli, direttore del dipartimento di Medicina legale dell’Università di Siena, insieme allo specialista di anatomia patologica Paolo Toti, a ricevere l’incarico dal sostituto procuratore Giovanni De Marco, che sta coordinando le indagini con i carabinieri di Orbetello e i militari del nucleo investigativo di Grosseto.