REDAZIONE GROSSETO

Neonato muore subito dopo il parto. Ventidue indagati

Tragedia nel giorno di Santo Stefano all'ospedale Misericordia di Grosseto

L'ospedale di Grosseto (Aprili)

Grosseto, 3 gennaio 2019 - Muore neonato all'ospedale Misericordia di Grosseto. Il fatto è avvenuto lo scorso 26 dicembre e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto ha aperto un'inchiesta: 22 gli indagati tra gli appartenenti allo staff sanitario che ha seguito il caso. Il piccolo, morto pochi istanti dopo aver visto la luce, era stato concepito da padre italiano e madre di origini ucraine. Inizialmente era sembrato che tra gli indagati ci fossero anche alcuni infermieri che avevano partecipato alle attività di assistenza alla mamma ucraina, ma l'Ordine degli infermieri della provincia di Grosseto ha smentito tale ipotesi.  

"Sono eventi tragici e drammatici per tutti - scrive in una nota il presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Grosseto, Nicola Draoli - sia per chi affronta un lutto così enorme ed assoluto, sia per chi ha dedicato la propria vita a salvare e garantire quella altrui e che, purtroppo, nonostante le più alte competenze, si può trovare a fronteggiare eventi imprevedibili e nefasti su cui non a caso è intervenuta la recente L24/2017 a sollevare dalla colpa il professionista nel caso si sia attenuto alle linee guida e alle evidenze scientifiche del caso. Ciò detto ripetiamo che nessun infermiere è al momento coinvolto".

Cosa sia effettivamente accaduto nel giorno di Santo Stefano nella sala chirurgica del Misericordia lo stabilirà soltanto l'inchiesta della magistratura, ma secondo alcune notizie trapelate dal nosocomio pare essersi verificata una rarissima complicanza durante l'intervento cesareo operato d'urgenza quando si è capito che non era più possibile un parto naturale. Chi era in sala operatoria in quel momento ha fatto tutto il possibile per salvare quella piccolissima vita praticando anche ripetuti tentativi di rianimazione.

Purtroppo, però, ogni tentativo è risultato vano. L'azienda sanitaria Toscana Sud Est si è messa a completa disposizione della magistratura. I ventidue avvisi di garanzia a carico del personale in servizio al momento della morte del neonato ipotizzano i reato di omicidio colposo commesso nell'esercizio della professione sanitaria.