Monte Argentario (Grosseto), 21 maggio 2024 – Quando i carabinieri sono entrati nella cabina della nave da crociera hanno trovato un fagottino che ormai non poteva avere più alcun bisogno di soccorso. La sua vita è durata due giorni, da venerdì a domenica, e i motivi per i quali si è consumata una tragedia simile adesso sono diventati motivo di accertamento da parte dei carabinieri e – soprattutto – dei medici legali ai quali il magistrato assegnerà l’incarico dell’autopsia. Sul corpo del neonato, stando ai primi riscontri compiuti, non ci sarebbero segni di violenza. Ma l’accusa per la madre – componente dell’equipaggio con mansioni di pulizie – resta pesantissima: omicidio volontario. In stato di fermo anche altre due donne, quelle che dividevano con lei la cabina.
La Silver Whisper, nave da corciera battente bandiera delle Bahamas (186 metri di lunghezza, 24 di larghezza, sette ponti), venerdì scorso (giorno in cui si presume sia avvenuto il parto) navigava nelle acque di Salerno e il giorno dopo aveva fatto scalo a Civitavecchia. Domenica, invece, la destinazione era quella di Porto Santo Stefano, nelle acque in cui si affaccia il Promontorio maremmano. La nave è arrivata alle 8 e nella mattina a bordo era salito anche il sindaco argentarino Arturo Cerulli per il tradizionale incontro di benvenuto con il comandante che sta portando in giro per il Mediterraneo circa 380 passeggeri assistiti da 270 membri dell’equipaggio.
In serata, alle 20, a salire sulla nave sono stati però i carabinieri avvisati dallo stesso comandante della tragedia che si era consumata a bordo. I militari, accompagnati dal personale della capitaneria di porto, sono entrati nella cabina della donna avendo purtroppo la conferma di quanto annunciato: il neonato, trovato sdraiato nella cuccetta della madre e avvolto in un lenzuolo, era deceduto.
La donna, in stato di choc, è stata accompagnata in ospedale e, una volta dimessa, trasferita al comando provinciale di Grosseto dei carabinieri e da qui è poi ripartita nel pomeriggio di ieri per raggiungere il carcere fiorentino di Sollicciano. L’accusa di omicidio volontario mossa dal sostituto procuratore Giovanni De Marco, si basa sull’ipotesi che la madre (28 anni, filippina) abbia fatto mancare il sostentamento al figlio. In carcere, con l’accusa di concorso nello stesso reato, le due colleghe, una originaria del Kenia, l’altra del Sud Africa. Su entrambe pesa il sospetto che non solo sapessero del parto ma che abbiano poi aiutato la madre a tenere nascosto il neonato. Forse anche tenendolo chiuso dentro ad un armadietto, così da attutire il rumore del pianto. Il piccolo potrebbe essere morto di stenti.
Ma ci sono ancora molte cose da chiarire. Intanto come sia stato possibile che la donna abbia potuto nascondere un così avanzato stato di gravidanza.
"Se volete sapere qualcosa di questa storia, allora il discorso è molto breve: ancora non ne so proprio nulla – dice l’avvocato grossetano Giovanni Di Meglio, difensore nominato d’ufficio –. Non conosco neanche il nome della signora. So solo che c’è il provvedimento di fermo, ma non è ancora stata fissata l’udienza di convalida. So, però, che la donna è di nazionalità filippina e che non parla italiano, ma si fa capire con l’inglese. Sto aspettando di avere indicazioni".
La nave da crociera – già domenica notte – aveva poi ripreso il largo verso l’Isola d’Elba, destinazione Portoferraio.