Siamo consapevoli che la piaga dei femminicidi sia un fenomeno che non accenna, purtroppo, a diminuire, però mai avremmo pensato che il nostro paese, Manciano, avesse fatto da sfondo ad un episodio di una crudeltà inaudita, perpetrata ai danni di una donna. Nel 1988 scomparve una ragazza di venti anni, Laura Franceschelli. Visto il suo carattere pacifico e la sua grande bontà d’animo, nessuno credette che se ne fosse andata di casa volontariamente, lasciando nella disperazione la famiglia, a cui era molto legata.
Tutta la popolazione fu colta da una vera e propria ondata di panico: le ragazze non osavano più uscire di casa da sole e i genitori vivevano in preda all’angoscia. Dall’imbrunire, le strade del paese si svuotavano, come se fosse stato imposto il coprifuoco. Giorni di ricerca confermarono i sospetti: a far del male a Laura era stato un ammiratore respinto, che la attirò con un tranello nella sua casa, dove, in quei giorni, era da solo.
La partecipazione emotiva davanti a questo racconto dall’epilogo tragico ci ha spinti a parlarne con le nostre famiglie, molte delle quali conoscevano Laura e questa terribile storia. Al tempo della sua morte non c’era quell’interesse mediatico che ai nostri giorni simili tragedie riscuotono, pertanto la tragedia della nostra cara compaesana si è consumata all’interno della piccola comunità mancianese. Con questo articolo vogliamo rinnovare la tua memoria, Laura. Sempre nei nostri cuori, anche di chi non ti ha conosciuta.