
Una dottoressa con un piccolo paziente (foto di repertorio)
Grosseto, 25 giugno 2023 - "Un servizio che non funziona". E’ quanto ribadisce la mamma di un bambino sul servizio di Neuropsichiatria infantile nella zona delle Colline metallifere che non condivide la replica della Asl alla segnalazione arrivata nei giorni scorsi dal Tavolo della Salute. I tempi reali di attesa per una visita, dice la donna, sono anche di un anno, come dimostra la risposta avuta da lei stessa: appuntamento per il 2024, nella migliore delle ipotesi, sennò nel 2026.
"Nel 2020 entriamo nel percorso Asl per ottenere un trattamento logopedico – racconta la donna – Facciamo la prima valutazione neuropsichiatrica a febbraio. Ad agosto veniamo chiamati per la valutazione logopedica. Ad oggi il bambino continua ad essere seguito da un medico senza avere un neuropsichiatra di riferimento, figura necessaria in questa fascia di età quando non si è ancora arrivati ad una diagnosi definitiva. Come ciliegina sulla torta c’è la segreteria della Neuropsichiatria, che funziona a singhiozzi. Chiusa per mesi, da poco ripartita, poco e male. Mi chiamano per ritirare un certificato e firmare un progetto di psicomotricità il 17 maggio, ci vado il giorno successivo. Mi chiamano il 14 giugno per firmare il progetto. Ci vado il giorno dopo, facendo presente che lo avevo già firmato. Mi contattano il 21 giugno dalla struttura che deve prendere in carico il bambino dicendomi che il progetto non è ancora arrivato e che la segreteria è in ferie. A questo punto decido di scrivere una segnalazione all’Urp e mi viene risposto che la segnalazione è stata trasmessa al direttore del reparto. Ma tutto tace. Data la situazione, non riuscendo a trovare un medico nella Asl che riuscisse a diagnosticare la situazione di mio figlio, mi rivolgo ad una dottoressa privata. Dopo un’ora e mezzo di anamnesi, eseguita tramite domande a noi (2 o 3 domande al bambino) e le varie relazioni che io le fornisco, redatte dai terapisti che seguono il bambino, mi esprime la sua idea, ma mi dice che ritiene necessario che prima di parlare di diagnosi, il bambino venga valutato nel complesso in una struttura importante. Quando la contatto mi dice che la lista di attesa è lunga, si va a fine 2024. Allo chiamo il Cup e la risposta è: Signora ma lo sa che si va al 2026? Io rispondo che la dottoressa mi aveva parlato del 2024. Mi dicono che no, si va al 2026 perché il bambino ha meno di 8 anni". Poi chiude: "Mio figlio è un bambino fondamentalmente sano, con una situazione di piccoli disturbi che ne stanno compromettendo una crescita ed un apprendimento regolare. Crescita che con il giusto supporto potrebbe invece farlo arrivare ovunque, come tutti i bambini della sua età. Ed invece tocca combattere con le istituzioni, con la burocrazia, per ottenere quelli che lo Stato ha dichiarato diritti ".