Amiata, 10 dicembre 2023 – I cannoni della Isa Impianti sono pronti a sparare alla prima finestra di freddo, per garantire le vacanze di Natale. Oggi si parla di neve artificiale come risorsa fondamentale per la sopravvivenza della stazione sciistica amiatina ma negli anni ’90 l’impianto di innevamento era stato costruito in funzione di due obiettivi: per integrare la neve naturale e per innevare i campi scuola, fondamentali per "salvare" le vacanze di natale. In questi giorni sull’Amiata è arrivata una nuova macchina. La stazione sciistica grossetana è stata scelta dalla ditta DemacLenko per sperimentare un nuovo generatore di neve che produce neve con consumi energetici più bassi e a temperature più alte. Dalle Alpi all’Amiata, sciare pensando di farlo con la neve naturale è sempre più difficile. "L’impianto di innevamento che si trova al Prato delle Macinaie nasce alla fine degli anni ’90 – spiega Luciano Porcelloni, responsabile toscano Federfuni Stazioni Invernali e vicepresidente Isa – con un progetto realizzato attraverso la creazione di un Consorzio pubblico-privato tra l’Amministrazione di Castel del Piano e la società Isa. Il Consorzio Amiata Sviluppo è stato il volano con cui si sono potute attivare quelle sinergie tra pubblico e privato che hanno favorito e permesso la parte più importante del progetto d’innevamento di quest’area sciabile. Negli anni la sinergia tra gli operatori dei poli Macinaie e Contessa, i maestri di sci e le associazioni che operano in questo territorio, hanno sviluppato un concetto di uso ed utilizzo della neve sempre più attento ai cambiamenti climatici in corso".
Il sistema di innevamento Prato Macinaie- Vetta Amiata è un piccolo impianto ecocompatibile con il sistema della montagna. "Ogni impianto di produzione neve – prosegue Porcelloni – viene calibrato e realizzato in relazione alle esigenze, all’esposizione climatica, alle caratteristiche morfologiche e agli obiettivi che con quel tipo di infrastruttura si vogliono raggiungere". Produrre neve è complesso. "La neve programmata si produce, in condizioni di temperatura ottimale – commenta – ‘spingendo’ a grande pressione l’acqua in generatori che provvedono a trasformarla in cristalli di neve".
Le materie prime sono corrente, acqua e temperature sottozero e la regola numero 1 è che la temperatura necessaria per produrre la neve è la media statistica tra la percentuale di umidità presente nell’aria e la temperatura reale dell’atmosfera.
“I dati statistici ci dicono che sulla nostra montagna abbiamo una temperatura media ottimale – spiega – per produrre neve programmata, per oltre 100-120 ore a stagione". Produrre neve infine equivale a fare i conti con costi rilevanti. "Durante le poche ore di utilizzo dell’impianto di innevamento – conclude Porcelloni – tutto deve essere a pieno regime ed utilizzo con costi davvero pesanti e a volte non sostenibili". Tornando all’attualità, Umberto Papi e Roberto Fabiani, uomini che operano in montagna per la Isa, in questi giorni avevano sperato che ci fossero le condizioni per poter cominciare a produrre la neve nei campi scuola delle Macinaie: "ma, purtroppo – dicono – anche se siamo andati leggermente sottozero, il tasso di umidità era talmente alto da impedire il funzionamento dei generatori di neve. Speriamo – concludono – che nelle prossime ore si possa vedere un po’ di neve naturale e avere qualche ora di freddo per sparare".