La violenza è dietro l’angolo. Lo dimostrano i 105 femminicidi di quest’anno in Italia, che hanno fatto impennare le statistiche della violenza di genere rispetto agli anni passati. In occasione della "Giornata contro la violenza sulle donne", il movimento Women talking, presente anche a Grosseto, ha organizzato ieri pomeriggio un sit-in piazza Dante. Tanti le grossetane e i grossetani che si sono ritrovati per dire il proprio no alla violenza contro le donne, sedendosi per terra in piazza, insieme ai propri cartelloni ma soprattutto, per raccontare e ascoltare storie e testimonianze, che, in più momenti hanno fatto salire un nodo in gola. A mettere insieme il pensiero delle donne su questa piaga di cui il nostro Paese non è immune, in piazza Dante è stata Sara Antonozzi, fondatrice, insieme ad altre amiche, della sezione di Grosseto del movimento "Women Talking".
"Siamo qui in piazza per rabbia – afferma Antonozzi – ci siamo sentite chiamate dal messaggio della sorella di Giulia Cecchettin con il suo appello ‘non fate un minuto di silenzio, fate rumore’. Non abbiamo più intenzione di stare zitte e subire. Siamo un gruppo di donne che non vogliono aspettare che ci succeda qualcosa. Vogliamo la libertà di vivere serene nelle strade come in casa, e vorremmo che anche gli uomini ci fossero vicini in questa battaglia".
A dare inizio alla manifestazione è stata Ginevra Detti (del Collettivo), che ha letto un messaggio. "Ho sentito l’esigenza di fare qualcosa per questa giornata – afferma Ginevra Detti –. Ho ripreso l’idea di Greta Thunberg mettendomi seduta in piazza. Prima pensavo di venire sola, poi ho pensato che, anche molte altre persone si volessero sedere insieme a me per questa pacifica protesta. Così è nata questa iniziativa".
E l’omicidio di Giulia Cecchettin ha smosso le coscienze e ha spinto anche tanti ragazzi e ragazze a scendere in piazza.
"Dopo l’omicidio di Giulia c’è stato un vero e proprio grido di dolore e una richiesta di aiuto da parte di sua sorella – ha concluso Sara Antonozzi – a cui non ci potevamo sottrarci. Ci ha chiesto aiuto e noi l’abbiamo ascoltata".
Maria Vittoria Gaviano