
Il responsabile della Polizia postale di Grosseto, Stefano Niccoli
Grosseto, 5 gennaio 2021 - Prima offese di ogni genere. Poi anche sondaggi sull’integrità morale delle vittime. Domande a cui decine di persone, hanno risposto, sbeffeggiando la ragazzina o il ragazzino di turno. Tutto viaggiava on line. Ma tra le maglie di falsi profili Instagram, che hanno condizionato questi ultimi giorni del 2020 in provincia di Grosseto, si sono inseriti gli agenti della Polizia postale di Grosseto che hanno iniziato ad indagare. Tutto è nato dalla denuncia di una mamma che si è rivolta alla Postale perchè suo figlio, un adolescente grossetano, era continuamente bersagliato su uno di questi profili. Non solo prese di giro, anche molto pesanti che sono andate ad intaccare pure la sfera sessuale del giovane, ma anche sondaggi molto discutibili.
La mamma, che temeva infatti per l’integrità psicologica del figlio, ha dunque raccontato tutto agli agenti coordinati da Stefano Niccoli, che sarebbero sulle tracce di alcuni minorenni responbaili dell’atto. Gli agenti hanno lavorato sottotraccia, entrando in questi falsi profili di uno dei social network più diffusi dalle nuove generazioni, cercando riscontri e anche "partecipando" ad uno di questi sondaggi per vedere fino a che punto questi ragazzini si sarebbero spinti. Due le denunce, a distanza di qualche settimana che la Polizia postale di Grosseto ha raccolto. Oltre che alla mamma che agiva in difesa del figlio, c’è stata anche un’altra famiglia che ha deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine dopo che la figlia era diventata oggetto di diverse offese e anche di sondaggi molto "spinti" ciorca la sua moralità. Il rischio, alla fine delle indagini che sono comunque a buon punto, che questi ragazzi si vedano recapitare una denuncia per diffamazione aggravata e ripetuta ma anche Cyberbullismo, ovvero atti persecutori. Bisognerà valutare come si configurerà il reato e magari per quanto tempo è stato continuato. Tra l’altro è stato anche scoperto dalla Postale che la mamma che si è rivolta per prima agli agenti per denunciare quello che stava accadendo a suo figlio, si era intromessa nella chat diffidando gli autori a smetterla con quelle offese gratuite e molto cattive. E soprattutto con quei sondaggi che avevano coinvolto decine di persone che non si rendevano conto della gravità di quello che stavano compiendo. Il risultato? Anche la mamma è stata sbeffeggiata e presa in giro.