
Sembra proprio che l’interpretazione del famoso dipinto dell’Albero della Fecondità di Massa Marittima – tanto chiacchierato per quei falli contesi dalle donne – sia valida e convincente anche sotto il profilo storico ed antropologico. Dunque appare sciolta l’enigmatica decodifica di questo dipinto? Sembra proprio di sì, e oggi alle 16,30 alla biblioteca di Massa Marittima ci sarà la presentazione ufficiale del libro "Un rito solstiziale nell’Albero della Fecondità di Massa Marittima" con l’intervento di autorevoli studiosi che porteranno certamente ulteriori contributi di spessore. Si tratta di una recente monografia di Sennuccio del Bene che analizza attentamente il contesto politico, religioso, economico e di tradizioni locali del duecento massetano con corredo di immagini non esclusive del dipinto e ricostruisce la temperie variegata e irrequieta del pieno medioevo, intrisa di superstizioni e fazioni. Se qualche dubbio sul significato di quei biasimati falli può sorgere, nel testo vengono discusse interpretazioni alternative contestualizzate che appaiono convincenti sia nella disamina come nei contributi di accreditati studiosi della tematica. In sostanza non si tratterebbe né di una rappresentazione licenziosa o di una pittura infamante, e tantomeno di una immagine di un sabba stregonesco – ipotesi percorse da alcuni studiosi in anni passati – bensì della trasposizione iconica di una inveterata tradizione rurale che vedeva le sole donne protagoniste di un rituale teso alla agognata maternità tramite i frutti di un noce, intesi come portatori di fertilità. In questa rappresentazione pittorica i falli – alias noci – fanno da tramite per la ambita maternità con la loro attribuzione di fertilità, associata alla rugiada che nella notte sostiziale garantiva l’efficacia del rituale.