SABINO ZUPPA
Cronaca

Allarme Ombrone, sempre meno pesci: "In calo del 40 per cento"

Dati allarmanti da un monitoraggio sulla fauna ittica dell’associazione "Alcedo" nel bienno 2021-2022

Ombrone

Grosseto, 19 febbraio 2023 - L’Ombrone sta lanciando un grido di allarme che, se rimarrà inascoltato, potrebbe condurre i suoi fondali ad una desertificazione, e soprattutto alla sparizione completa di tutte le numerose specie di pesci e crostacei che ancora riescono a popolarlo. A segnalarlo è la preziosa attività di una associazione di volontari di pescatori sportivi grossetani, la Alcedo Aps, che da un paio di anni è stata autorizzata dalla Regione Toscana a monitorare la presenza della fauna ittica in un tratto significativo del fiume, dalla diga della Steccaia fino al nuovo ponte Bellucci. Un incarico fondamentale per la redazione dei Piani ittici regionali e che, purtroppo, ha rilevato nell’ultimo anno un calo vertiginoso dei pesci nel fiume che i dati specifici sulle loro catture quantificano in un drammatico meno 40 per cento. Per capire come i pescasportivi sono giunti a questa conclusione è necessario ricostruire l’attività di Alcedo, che è un’associazione titolare di una autorizzazione alla pesca con una bilancia collocata a nove chilometri dalla foce dell’Ombrone, a circa 300 metri a monte del ponte Bellucci, laddove un tempo sorgeva la storica bilancia Sellari. Qui, quasi quotidianamente, si alternano i collaboratori Luca Tinti, Giuseppe Anselmi, Lorenzo Chelazzi, Flavio Monti, Angelo Chimenti, Marco Anselmi, Mario Carri e Rossano Notari: tutti loro annotano quando vanno a pesca e quali e quanti pesci pescano.

Oltre a questo anche le annotazioni di un gruppo di appassionati di pesca a spinning, quella fatta tramite il lancio e recupero di esche artificiali, che ha registrato un calo vertiginoso delle catture di spigole in zona consentita con 16 esemplari adulti nel 2022 a fronte di 30 nel 2021. Un presidio che ha già le idee chiare per il 2023, grazie alla proroga dell’autorizzazione regionale riguardo all’anguilla, cheppia e lampreda di mare come specie prioritarie in Direttiva Habitat. Che proseguirà la fattiva collaborazione con le Università, anche con l’ausilio di studenti tesisti, con l’obiettivo di incrementare i mezzi di monitoraggio che copriranno maggiori fasce orarie e più specie, uniti a laboratori sulla didattica del fiume in collaborazione con la cooperativa Silva. La prosecuzione del monitoraggio prevedrà anche la raccolta di dati chimico fisici, temperatura, pH, salinità, torbidità e livelli, grazie al posizionamento di strumentazione adeguata. Un approccio che, nel corso dei prossimi due anni, permetterà di definire il quadro zoofenologico al fine della corretta gestione e fruizione del fiume. Ma soprattutto continuerà l’impegno pur con modesti mezzi di indagine, a vigilare sulla "salute" del fiume che ha costruito la Maremma.