E’ ancora ricoverato alle Scotte di Siena per le bruciature diffuse che ha in tutto il corpo. Soltanto quando i medici lo riterranno idoneo, verrà interrogato dal giudice per le indagini preliminari, Sergio Compagnucci. Adrian Luminita, 38 anni, dopo aver ucciso a coltellate (almeno dieci fendenti tra l’addome e la parte superiore del petto) sue moglie Madalina, ha anche provato a cancellare tutte le tracce dell’orribile delitto che aveva commesso al culmine di una furiosa lite nella dépendance della villa nelle campagne di Pescia Fiorentina (Capalbio). Prima ha cosparso di benzina il pavimento dove la povera donna giaceva, probabilmente già morta, e poi ha tentato di dargli fuoco. Ma c’è di più. Soprattutto per quanto riguarda l’esatta dinamica del delitto. "Un profilo di incongruenza – scrive il Gip nella convalida dell’arresto – è senz’altro ravvisabile in merito all’utilizzo dei due coltelli che, secondo la versione di Luminita, sarebbero stati utilizzati da lui e dalla vittima. In base alla ricostruzione, dopo che l’uomo aveva colpito per primo la coniuge con un piccolo coltello azzurro, lei lo avrebbe colpito a sua volta alla gola". L’indagato non ha però spiegato con precisione con quale coltello la moglie lo avrebbe colpito, anche se parrebbe che lei avrebbe usato lo stesso coltello dopo essere riuscita a disarmarlo. A quel punto sarebbe andato a prendere un altro coltello, di colore nero, impugnandolo con la mano destra. "In base a tale racconto – scrive il giudice – non si spiega la presenza del coltello nero, stretto nella mano sinistra della vittima, così come è stato accertato dai carabinieri al momento del loro arrivo". Un aspetto, questo, che Luminita non ha chiarito. Anzi. "Ha fornito una spiegazione confusa e tutt’altro che convincente – scrive il giudice –. Ha prima dichiarato che il coltello nero era rimasto in mano a sua moglie mentre era caduta a terra dal divano. Spiegazione che cozza con il fatto che, sempre secondo la sua versione, sarebbe stato lui a prendere il coltello nero dalla cucina, dopo che la moglie gli aveva strappato di mano quello azzurro. E’ dunque ignoto il momento in cui la vittima si sarebbe impossessata del coltello nero. Sta di fatto – aggiunge Compagnucci – che al momento dell’arrivo dei carabinieri, la donna stringeva il coltello nella mano sinistra, circostanza confermata anche dall’indagato quando ha detto che era mancina, ma non torna il fatto che lei avesse utilizzato la mano destra per colpirlo". E non basta. Adrian Luminita probabilmente si è tradito proprio con il suo stesso racconto: "Quando gli inquirenti – chiude il Gip – gli hanno contestato il sospetto che fosse stato lui a infilare il coltello nella mano sinistra della moglie, Luminita ha fornito una risposta che si commenta da sola: non ricordo se ho messo il coltello nero nella mano di Madalina quando era in terra".
Matteo Alfieri