REDAZIONE GROSSETO

Omicidio a Gavorrano, l’accusa chiede l’ergastolo

Il pm Pensabene propone il massimo della pena per Mirko Meozzi e Sonia Santi

La zona del delitto

La zona del delitto

Grosseto, 15 settembre 2021 - Ergastolo per Sonia Santi e Mirko Meozzi. E’ finita con questa richiesta la requisitoria del Pubblico ministero, Anna Pensabene, durante il processo che vede imputati i due per l’uccisione di Bouazza Jarmouni, il 25enne di origine marocchina che spacciava nei boschi di Filare di Gavorrano, la notte tra il 10 e l’11 agosto del 2019.

Nell’aula della Corte di Assise del tribunale di Grosseto, di fronte ai giudici Adolfo Di Zenzo, presidente della corte e Laura Previti (a latere), i due imputati hanno assistito alla richiesta del pm che per loro ha chiesto il massimo della pena: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, tentato omicidio, per il ferimento di Rahaal El Jarmouni, il cugino della vittima (che si è costituito parte civile) e porto illegale di armi.

Il pm Pensabene ha chiesto anche l’isolamento diurno in carcere. Secondo la ricostruzione della Procura infatti, quell’omicidio è stato studiato nei minimi termini. Da entrambi gli imputati e non solo da Mirko Meozzi, difeso dai legali Roberto Cerboni e Donatella Panzarola, come sembrava in un primo momento.

I due infatti, che stavano insieme da un po’ di tempo, al momento del primo interrogatorio in carcere, si erano dati la colpa a vicenda. Sonia Santi, assistita dall’avvocato Loredana Giuggioli, era stata arrestata con l’accusa di concorso anomalo nell’omicidio. I due erano tossicodipendenti.

Secondo il Pm Sonia Santi, 36 anni di Suvereto, ha iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti a trent’anni e, in una piazza di spaccio, aveva conosciuto il 49enne di Scarlino, Mirko Meozzi. Spesso, i due, si erano incontrati per assumere cocaina. Secondo il Pm Pensabene anche Sonia Santi, che aveva il porto d’armi e frequentava abitualmente pregiudicati e drogati, sapeva quello che i due avrebbero provato a fare quando si sono recati nel bosco di Filare. Meozzi, consumatore abituale di cocaina, conosceva bene gli spacciatori di Filare.

Per la mancata vendita della dose, secondo la Procura, i due hanno ideato il piano, per rapinare Jarmouni. Fu Mirko Meozzi a sparare i colpi con la calibro 9 all’addome dei due spacciatori, nonostante, durante l’interrogatorio abbia detto di essere terrorizzato dalle armi. Secondo il Pm i due avevano continuamente bisogno di soldi e insieme hanno pianificato una rapina che si è conclusa con una tragedia. Nella prossima udienza è attesa la sentenza.