Omicidio di Istia D’Ombrone, le tracce sotto le unghie non sono di terze persone

I risultati dei genetisti sul materiale raccolto sulle mani della figlia Benedetta. In quella villa non sono entrate altre persone. Attesa per la perizia psichiatrica

Benedetta Marzocchi è accusata di avere ucciso la propria madre

Benedetta Marzocchi è accusata di avere ucciso la propria madre

Grosseto, 1 novembre 2023 – Sotto le unghie di Benedetta Marzocchi e della madre Giuseppina Di Francesco sono state trovate tracce di pelle. Che non sono di terze persone. Si avvicina alla conclusione il giallo dell’omicidio di Istia D’Ombrone. In quella villa "I Renai" nella frazione alla periferia di Grosseto i carabinieri e il 118 trovarono, l’8 giugno scorso, la 76enne Giuseppina Di Francesco senza vita in un lago di sangue con tutta la casa messa a soqquadro. Benedetta Marzocchi, la figlia, si trova in carcere a Sollicciano, con l’accusa di omicidio volontario. I carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Giampaolo Melchionna, sono arrivati a lei pochi giorni dopo la scoperta del cadavere, dopo che la donna aveva raccontato ai militari che "tre ombre" erano entrate nella villa e avevano aggredito e picchiato sia lei che la madre. Una ricostruzione però che non aveva del tutto convinto gli inquirenti. Grazie all’apporto dei carabinieri del Ris, infatti, dopo qualche giorno non furono trovati nella villa tracce riconducibili ad altre persone che sarebbero entrare per rubare. Sono stati i genetisti dell’ospedale di Careggi ad analizzare le tracce di pelle trovate sotto le unghie di Benedetta e di sua madre: da qui arriva un’ulteriore conferma come sostiene per il momento l’accusa: l’anziana madre si difese dalla furia della figlia che la percosse fino a ucciderla. I risultati sono arrivati al sostituto procuratore Giampaolo Melchionna che sta coordinando le indagini: nel referto ci sono tracce genetiche delle due donne, alcune tracce "miste" ma è esclusa la presenza di Dna di terze persone. Adesso questi risultati andranno confrontati con i campioni prelevati dai carabinieri del Ris di Roma, che saranno consegnati alla Procura una volta terminati gli accertamenti. In quella casa, dunque, la notte c’erano solo Benedetta e sua madre. Il padre della donna, marito di Giuseppina, il notaio Alessandro Marzocchi, era rimasto a dormire nel suo appartamento a Grosseto. Slitta invece di qualche settimana il deposito della perizia psichiatrica, affidata al dottor Romano Fabbrizzi. Il perito, incaricato dal giudice per le indagini preliminari, Marco Mezzaluna, deve infatti rispondere al quesito del pm Melchionna: ovvero se Benedetta fosse stata in grado di intendere e di volere la notte in cui avrebbe ucciso sua madre. Pochi giorni fa, ha chiesto una proroga, che il Tribunale gli ha concesso.