
Gli operai della Venator alzano ancora la voce. In occasione della tappa con arrivo a Follonica della corsa ciclistica “Tirreno...
Gli operai della Venator alzano ancora la voce. In occasione della tappa con arrivo a Follonica della corsa ciclistica “Tirreno Adriatico”, un gruppo di lavoratori della Venator ha manifestato lungo il tracciato di gara per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla drammatica situazione dell’impianto del Casone di Scarlino di proprietà della multinazionale inglese, fermo oramai da più di un anno e mezzo. E che ancora nessuno sa se mai riparirà i battenti.
"Il polo chimico del Casone – sottolinea la segreteria provinciale di Filctem Cgil, che torna sull’argomento - costituisce un’area industriale da difendere con le unghie e con i denti, al pari di tutto il comparto nazionale della chimica di base in Italia. Che in questi mesi rischia di perdere alcune migliaia di occupati a causa della crisi del gruppo Versalis.
La priorità è salvaguardare la possibilità di continuità produttiva dell’impianto Venator, e in questa prospettiva non è rilevante che la proprietà continui ad essere la stessa. Servono infatti solidità finanziaria e quote di mercato che Venator ha chiaramente dimostra di non avere oramai da tempo. Da questo punto di vista non c’è altra strada che quella della messa a terra di un nuovo piano industriale dettagliato, che definisca obbiettivi produttivi e tempi certi per la rimessa in marcia, per salvaguardare il lavoro ed i lavoratori". La Cgil chiude: "È ora, pertanto, che il Ministero del made in Italy si faccia carico della crisi industriale di Venator – saluta la Filctem – affiancando le istituzioni locali e il sindacato per il definitivo e quantomai necessario superamento dell’impasse che da almeno un paio d’anni sta azzoppando l’economia delle Colline Metallifere e, considerato il peso della chimica sull’ex sport, anche quella provinciale".