REDAZIONE GROSSETO

Oss e polemiche, sindacati in rivolta: "Pagati meno e anche trasferiti"

La Funzione pubblica di Cgil e Uil denuncia il trattamento riservato ad alcuni dipendenti della "Kos Care". L’azienda gestisce la Rsa "Anni Azzurri" in via Genova

Oss: polemiche dai sindacati (Foto di repertorio)

Grosseto, 8 giugno 2024 – Pagati meno e "spediti" a 180 chilometri da casa. Questo il trattamento riservato ad alcuni lavoratori e lavoratrici Oss nel grossetano. A evidenziare quanto sta succedendo sono le sigle sindacali Fp Cgil e Fpl Uil, che stanno monitorando una situazione che mette a dura prova la vita dei lavoratori della "Kos care", azienda che gestisce la Rsa "Anni azzurri" in via Genova.

"Già da un anno l’azienda ha modificato il contratto di lavoro dei dipendenti passando da quello delle cooperative a quello del commercio – dicono da Fp Cgil e Fpl Uil –. Un cambiamento che penalizza i lavoratori direttamente con una perdita in busta paga e porta solamente vantaggi economici per l’azienda sulla pelle dei lavoratori. Un contratto collettivo ben al di sotto della paga media del contratto collettivo delle cooperative sociali rappresentativo del terzo settore, con stipendi non certo paragonabili a quelli dei sociosanitari pubblici. Inoltre i lavoratori sono soggetti a turni massacranti e rientri al lavoro per mancanza di personale. Sempre la stessa azienda prima si è accreditata per erogare anche i servizi di leniterapia e fine vita assegnatogli dall’Asl – ricordano le sigle sindacali –. poi però, deve aver tirato le somme, dal punto di vista economico, e ha rinunciando infine a dare il servizio".

Ma i cambiamenti non finiscono qui. "A oggi – proseguono Cgil e Uil – , con una decisione tutta aziendale, la Kos care sembra voler trasferire per circa 15 giorni, alcunii Oss, a 180 chilometri da casa, senza il necessario preavviso e soprattutto senza relazioni sindacali. Tutto questo per esclusive esigenze di una delle strutture gestite dalla società a Campi Bisenzio. Già i lavoratori del terzo settore sono tra quelli meno retribuiti, ora si va anche a impattare ancora più nettamente su quello che è l’organizzazione della vita di questi lavoratori e lavoratrici, in spregio al dettato contrattuale che impone la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro".

Poi chiudono: "Aggiungiamo anche che la maggioranza delle Oss è composta da donne, parliamo di mogli e madri di famiglia messe in ulteriore difficoltà. Destinate a partire non conoscono né la situazione abitativa prevista, né sono a conoscenza di adeguati rimborsi. Inoltre alcuni dipendenti sono stati informati direttamente attraverso un ordine di servizio. Riteniamo questa la goccia che fa traboccare un vaso ormai pieno da tempo. La dignità del lavoro e dei lavoratori non può essere considerata così poco".