REDAZIONE GROSSETO

Pescherecci, occhio 'all'autovelox' in mare

Introdotto il limite di velocità minimo da rispettare nelle zone dove esistono restrizioni alla pesca. E la multa arriva poi a casa

Roberto Manai, rappresentante regionale di Federpesca, critica i nuovi limiti

Grosseto, 2 marzo 2020 -  Limiti di lentezza, per i pescatori. Nuova denuncia da parte di Federpesca. "Grazie a un minuscolo articolo, poche righe, riportato in un decreto ministeriale – afferma Roberto Manai, rappresentante per la Toscana dell’associazione di categoria – i pescatori dello strascico in regola con gli strumenti di segnalazione, Blue Box ed Ais, debbono transitare nelle zone dove sussistono misure di restrizione alla pesca, tenendo ‘rotte dirette e a una velocità costante non inferiore ai 7 nodi’".

Considerando che le aree "ristrette" alla pesca comprendono anche tutta la fascia costiera per una distanza dalla costa che va da un minimo di 1,5 a un massimo di 3 miglia marine, i motopescherecci dello strascico, controllati con strumenti elettronici obbligatori per la sicurezza in mare come l’Ais, "potranno essere sanzionati dalla Guardia costiera utilizzando direttamente i loro cellulari dai quali rilevano le rotte dei motopesca e la velocità tenuta".

L’eventuale verbale accusatorio comprensivo della sanzione e del modulo di versamento compilato, viene spedito direttamente a casa del pescatore. Un accanimento eccessivo, secondo i pescatori. "Ancora una volta – conclude Manai, della flotta di Castiglione – si interviene legiferando in termini completamente assurdi. Di certo non a vantaggio del commercio ittico, che utilizza il pescato fresco come veicolo di immagine per la vendita dei prodotti, ma nemmeno l’ambiente, dato che non sono i pescatori a inquinare il mare e a provocare condizioni di alterazione gravissima all’equilibrio marino". Troppa burocrazia, quindi, in un settore già ampiamente messo in crisi da una concorenza diretta che non ha gli stessi vincoli. "Si distrugge un settore di produzione primaria – concludono da Ferdpesca – con la conseguenza di ulteriori passività nella bilancia dei pagamenti nazionale e un aumento della disoccupazione in generale. Per non parlare dell’impoverimento dell’immagine dell’Italia turistica di cui tanto si parla, che perderà una delle componenti qualificanti, come il pesce fresco, sostituito da quello importato dalla Tunisia, dalla Turchia, dal Marocco, dal Senegal, dalla Spagna, dalla Francia, dalla Grecia, dalla Croazia, Paesi dai quali importiamo già prodotto ittico fresco e che non vedono l’ora di aumentare le loro esportazioni. Ormai più che un canto del cigno, siamo a una vera e propra mattanza, senza alcuno scopo, per il popolo del mare".  

Riccardo Bruni