REDAZIONE GROSSETO

Pino Daniele e la notte dei misteri. Parla l'ex compagna Amanda: "Ho rispettato la sua volontà"

E intanto il professor Vittorio Fineschi contesta quanto affermato dal pm romano Marcello Monteleone: «Prematuro dire che si poteva salvare: risultati non prima di un mese» / IL DOLORE DELLA COMPAGNA / AL VIA GLI ACCERTAMENTI PERITALI / LA "FOLLE CORSA" DI AMANDA. PER I CARABINIERI GLI ORARI SONO GIUSTI / TALAMONE O MAGLIANO: C'E' ATTESA PER LA DECISIONE SULLA SEPOLTURA / RUBATE DUE CHITARRE DALLA CASA IN MAREMMA / L'AUTOPSIA: "INSUFFICIENZA CARDIACA" / TUSCANY BAY IN MANO AD AMANDA, SCENATE DA UN PATRIMONIO

Pino Daniele durante un concerto

Grosseto. 7 febbraio 2015 - Il viaggio da Magliano verso Roma potrebbe essere stato fatale per Pino Daniele. È la prima conclusione a cui è arrivato il pm capitolino Marcello Monteleone, titolare dell’inchiesta per omicidio colposo sul decesso del cantante napoletano residente da tempo in Maremma. Lo riporta il Corriere della Sera: il malore di Pino Daniele, rivelatosi poi fatale, sarebbe stato provocato dall’ostruzione di uno dei bypass. Il problema all’apparecchiatura sanitaria salvavita sarebbe cominciato nella villa di Magliano dove abitava il cantautore e si sarebbe poi aggravato durante il tragitto verso l’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Ed è proprio per questo motivo che il magistrato ritiene che quel viaggio in auto sia la causa principale della morte. L’occlusione al dispositivo, secondo Monteleone, sarebbe stata risolta senza conseguenze drammatiche se il cantautore avesse atteso l’arrivo dell’ambulanza con a bordo medico e defibrillatore. Se il problema provocato dal bypass poteva essere affrontato con successo a patto di intervenire in tempo, allora diventa necessario capire chi abbia deciso di mettersi in viaggio verso Roma. Ecco perché bisogna fare un passo indietro, alla sera del 4 gennaio in cui Pino Daniele si è sentito male. Lui e la compagna Amanda Bonini sono nella villa in Toscana. Verso l’ora di cena il cantante si sente male e la coppia telefona al cardiologo di fiducia, Achille Gaspardone. Su consiglio del medico, viene chiamata l’ambulanza. Succede però qualcosa e, nella concitazione del momento, cambia tutto: salgono in macchina e partono. «Ho fatto quello che mi ha ordinato lui», ha detto la Bonini. Una tesi che, se venisse confermata, escluderebbe sue responsabilità. I precedenti in questo caso potrebbero fornire un aiuto. Altre volte il cantante aveva avvertito problemi al petto e in tutte le occasioni era stato lui a volersi recare a Roma per farsi visitare dal suo cardiologo. Il pubblico ministero, comunque, è intenzionato a chiarire anche il motivo del problema al bypass e accertare se sia stato causato da un cattivo funzionamento del dispositivo, con conseguente coinvolgimento nell’inchiesta della ditta produttrice.

Di diverso parere sembra essere il professor Vittorio Fineschi, il medico legale nominato dalla Procura di Roma che sta effettuando con altri specialisti gli esami autoptici per accertare le cause della morte del cantautore napoletano: «Dire che Pino Daniele si poteva salvare è un'affermazione assolutamente infondata e prematura. I primi risultati sulle analisi che stiamo svolgendo si avranno non prima di un mese». «Da circa una settimana - prosegue il medico legale - abbiamo avviato una serie di esami specifici analizzando i prelievi e in particolare sul cuore del cantante. Dire che si sarebbe potuto salvare è un'affermazione che non si basa assolutamente su dati scientifici e medici. Al momento stiamo ancora verificando le condizioni che hanno portato alla morte dell'artista». Sul decesso del bluesman la Procura di Roma ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti nel quale si ipotizza il reato di omicidio colposo.

Parla anche l'ex compagna Amanda Bonini: “Non posso dire altro che la verità. Pino è salito in macchina con le sue gambe. Lo amavo più della mia vita e dovevo rispettare le sue volontà”. Sono le parole di Amanda Bonini, la compagna di Pino Daniele, dopo aver appreso che il cantante napoletano forse si sarebbe potuto salvare se fosse andato a Grosseto dopo il malore accusato nella sua casa di Magliano in Toscana.