MARIA VITTORIA GAVIANO
Cronaca

Polo del biometano. Capwatt investe 20 milioni: "Meno cattivi odori"

Ieri è stato presentato il progetto per la riconversione di quattro impianti. Il sindaco: "Stiamo parlando di futuro e di salvaguardare il nostro territorio". Bracchi (ceo): "Puntiamo a una produzione di 120k tonnellate di biomasse".

Un momento della presentazione del progetto di Capwatt (foto Aprili)

Un momento della presentazione del progetto di Capwatt (foto Aprili)

GROSSETO

Verso un futuro migliore e forse senza cattivi odori. Ormai da tempo si parla di odori sgradevoli in più parti della città che sono al centro del dibattito, tanto da far scendere i cittadini in piazza per protestare. Ieri c’è stato uno spiraglio che si é aperto. Capwatt Italia, azienda leader nella produzione di energia elettrica, ha presentato il proprio progetto di riconversione degli impianti a biometano nella zona di Grosseto, con un investimento di circa 20 milioni di euro. L’azienda, che gestisce mille ettari agricoli in Maremma implementabili, ha acquisito recentemente quattro impianti nella zona, partecipando all’asta ministeriale del Gestore dei Servizi Energetici (Gse) per il revamping a biometano. Con l’investimento di circa 20 milioni di euro, Capwatt si prepara a fare di Grosseto un polo di eccellenza per la produzione di biometano, con effetti positivi sull’ambiente e sull’economia locale. "Stiamo parlando del futuro - dice il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna- in particolare, il progetto contribuirà a risolvere problemi ambientali, in primis quello delle maleodoranze che recentemente hanno colpito la città, migliorando la sostenibilità e la qualità della vita. Inoltre, il revamping degli impianti porterà vantaggi in termini occupazionali, con nuovi posti di lavoro e l’acquisto di beni e servizi locali. Le aziende agricole della zona saranno coinvolte per l’approvvigionamento di biomasse vegetali, tramite contratti di filiera e coltivazione". Grande momento di rilancio e propulsione per la città. Siamo sempre stati lasciati soli".

"La nostra società é un gruppo industriale dove gli investimenti sono a lungo termine, non esiste il biometano se non c’è una vicinanza al territorio. Hanno rilevato 4 impianti. L’investimento ammonta circa a 18 milioni di riconversione degli impianti. Tutte le biomasse devono essere coperte- questo aspetto é importante- stiamo studiando per fare maschere innovative, più tecnologiche per la sansa per non sentire. Crediamo molto nell’agricoltura, siamo a 450 ettari nel grossetano e vogliamo ampliare – spiega Sandro Bracchi, ceo di Capwatt – In particolare, l’azienda mira a produrre circa 120k tonnellate di biomassa per alimentare l’impianto a biometano, vendendo la produzione principale sul mercato e recuperando i sottoprodotti per la produzione di biomassa energetica. Un obiettivo fondamentale del piano è studiare e stimolare i migliori abbinamenti agricoli, promuovendo la diversificazione delle coltivazioni e supportando colture locali, come l’olivo. Inoltre, Capwatt collaborerà con società locali per la gestione di circa 1mila ettari, favorendo la crescita di queste imprese nel settore dei servizi agricoli, tra cui il trasporto, la semina, la cura e la raccolta delle colture e dei loro sottoprodotti. L’azienda investirà anche in tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza del processo e l’utilizzo dei sottoprodotti. Focalizziamoci sulla sansa, foglie d’ulivo, paglia, grano. Il biodigestato é una risorsa come biofertilizzante, abbiamo tutti i nutrienti per un fertilizzante naturale, ha una materia organica importante. Puntiamo infine, a fare agricoltura con sequestro di carbonio sarebbe molto importante".

Maria Vittoria Gaviano