
Sperello di Serego Alighieri si occupa di galassie e di cosmologia, lavora all’Istituto nazionale di Astrofisica di Arcetri, ha lavorato per l’Agenzia Spaziale Europea
Doppio appuntamento con gli eventi organizzati dalla Società Dante Alighieri presieduta dalla professoressa Letizia Stammati, il primo con lo spazio, il secondo con il giornalismo.
Oggi alle 17 nell’aula magna dellla Fondazione Polo Universitario Grossetano incontro con l’astrofisico Sperello di Serego Alighieri parlerà sul tema "Il meccanismo di Antikythera: astronomia e tecnologia nell’antica Grecia".
Dal Planetario di Archimede, in grado di riprodurre i principali movimenti dei corpi celesti, il professore illustrerà l’astronomia e la tecnologia presenti nell’antica Grecia attraverso la macchina di Antikythera: si tratta del più antico calcolatore meccanico conosciuto, datato fra il 150 (forse il 178) e il 100 a.C., mosso da ruote dentate, che serviva a misurare il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei 5 pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i mesi e i giorni, le date dei giochi olimpici. Tale congegno, ancora oggetto di studi ed ipotesi varie, fu rinvenuto nel 1900 dentro un relitto, in mezzo ai resti di un naufragio avvenuto nel secondo quarto del I secolo a.C. nei pressi dell’isola greca di Anticitera ed è conservato al Museo Archeologico Nazionale di Atene.
Sperello di Serego Alighieri si occupa di galassie e di cosmologia, lavora all’Istituto nazionale di Astrofisica di Arcetri, ha lavorato per l’Agenzia Spaziale Europea sia in Olanda che in Germania. E’ discendente del sommo poeta Dante.
Giovedì (sempre alle 17 e sempre al Polo Universitario Grossetano, in via Ginori), Luca Mantiglioni, caposervizio del quotidiano La Nazione, parlerà sul tema "Informazione e uso corretto delle parole". In nome del diritto all’informazione, il giornalista ricerca e diffonde notizie che ritenga di pubblico interesse, avendo cura della verità, osservando la completezza e utilizzando un linguaggio chiaro e ponderato. Questo riflette l’importanza del ruolo anche educativo che i giornalisti ricoprono nella società, il quale impone loro di scegliere responsabilmente parole che rispettino la dignità di ogni persona e di ogni storia, evitando vocaboli o espressioni che offendono, degradano o alterano il reale.