Il termalismo in Maremma, nonostante al momento sia ancora un settore del turismo minore rispetto ad esempio al turismo balneare, ha delle potenzialità interessanti tutte da sviluppare. A dirlo sono ad esempio i numeri che hanno fatto registrare in questi giorni di Ponte di Ognissanti le strutture ricettive che offrono anche servizi termali, con una media di occupazione pari al 77%. Sono state invece più contenute le richieste di prenotazione e le presenze nelle località marine, con una saturazione rispettivamente del 62%.
Da Saturnia a Sorano passando per Marina di Grosseto, le piscine con acque calde e rigeneranti sono un richiamo per un turismo che tendenzialmente ha una capacità di spesa più alta della media e che in questo particolare periodo storico risente meno della crisi generale.
"Non bisogna più pensare al termalismo come un tempo, quindi principalmente legato all’aspetto sanitario. – spiega Amedeo Vasellini, presidente provinciale Assohotel Confesercenti –. Oggi infatti il termalismo è sinonimo di benessere, detto ciò da solo non riesce a decollare. Insomma c’è bisogno di associarlo ad altro. Il settore ha bisogno di essere affiancato da altri settori per riuscire a completare la propria offerta ai clienti".
Guardando ai territori vicini, in Val d’Orcia il termalismo viene spesso completato dalle esperienze enogastronomiche e con Pienza e Montalcino vicino questo collegamento riesce sicuramente bene. "La Maremma, ma più in generale il vasto territorio della provincia di Grosseto – prosegue nella sua analisi Amedeo Vasellini – è in grado di offrire escursioni in bicicletta e trekking, e questo settore è indubbiamente in crescita. Quindi un binomio interessante può essere rappresentato da terme e outdoor". In Maremma le opzioni sono molte e tra queste anche l’aspetto enogastronomico può essere sicuramente valutato come elemento da sommare, anche perché la provincia di Grosseto è in grado di offrire molte eccellenze, sia dal punto di vista della buona tavola che da quello dell’eccellenza dei suoi vini. Enogastronomia ok, come ad esempio succede in Val d’Orcia, oppure anche terme e cultura, abbinando ai momenti di relax che si possono vivere nelle strutture termali curiose e culturali visite nei borghi e alla scoperta della storia e delle storie locali". Insomma il termalismo può funzionare bene e quindi generare affari interessanti per il territorio ma deve essere associato a un’altra forma di turismo, perché no, anche a quello balneare. Riguardo ai numeri interessanti che sta facendo registrare, Vasellini spiega. "Sicuramente è un settore meno legato al clima e alla stagionalità rispetto al turismo balneare – conclude Vasellini –. Per questo in grado di essere vissuto in diversi periodi dell’anno".