REDAZIONE GROSSETO

"Progettare i ricollocamenti"

"Dovremo essere bravi a non fare di tutta un’erba un fascio; ovvero a individuare i licenziamenti veri, dettati cioè da reali difficoltà delle aziende colpite nel calo del fatturato e della redditività, e a capire, invece, le mosse strategiche di chi volesse approfittare della situazione". Federico Capponi, segretario provinciale della Uil, mette in luce un altro aspetto dello sblocco dei licenziamenti che potrebbe destabilizzare il sistema economico e produttivo della provincia di Grosseto: la "simulazione" dello stato di crisi "da parte di aziende non del tutto in buona fede".

"Durante la pandemia c’è chi ha sofferto le pene dell’infermo e davvero ha rischiato di trovarsi sul lastrico e se non ha chiuso è stata sul punto di farlo – aggiunge Capponi – C’è stato pure, però, anche se in parte minoritaria, chi ha continuato a lavorare e anzi ha ampliato il proprio business. Non vorrei che queste imprese, adesso che è possibile licenziare, avvertissero la tentanzione di mettere in piedi ristrutturazioni aziendali finalizzate a incrementare ulteriormente i profitti attraverso la riduzione del costo del lavoro. è su queste situazioni che il sistema sindacato dovrà porre la massima e più determinata attenzione. Come pure il sindacato dovrà essere parte attiva e propulsiva nella costruzione di una sinergica alleanza con la politica e le istituzioni locali, al fine di mettere in piedi un virtuoso sistema di ricollocamento di quanti dovessero subire licenziamenti per giusta causa dovuta al Covid19. Credo, infatti, che Comuni, Provincia, Regione, associazioni di categoria e anche sindacati possano lavorare insieme per fare in modo che laddove dovessero esserci nuove assunzioni, una parte di queste siano riservate a coloro espulsi dal mercato del lavoro proprio a causa dello sblocco dei licenziamenti. Questo è un qualcosa di concreto che potrebbe realmente impegnare le segreterie territoriali dei sindacati".

anfa