Adesso c’è la Legge regionale sulle aree idonee ad accogliere progetti di impianti di produzione di energia da fotovoltaico ed eolico. In Maremma però alcuni sindaci non si dicono soddisfatti. Giovanni Gentili, primo cittadino di Pitigliano, chiede che venga considerato il fatto che la nostra provincia ha già dato molto in termini di produzione di energie rinnovabili e i comitati ambientalisti invitano l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni ad ascoltare maggiormente i territori. Intanto domani è in programma a Firenze un appuntamento dal titolo "Transizione energetica, la Toscana che accetta la sfida", saranno presenti anche Monni e i comitati Maremmattiva e Ambiente e Salute Tuscia, gli stessi cioè che si sono mossi contro i progetti di eolico nei territori di Pitigliano e Sorano.
"L’assessora Monni – dicono i portavoce dei comitati – ascolterà i pareri delle associazioni interessate al business e le loro presunte migliorie alla proposta di legge regionale sulle aree idonee e non idonee per i mega progetti sulle rinnovabili. Ancora una volta i territori non vengono mai menzionati in questa disquisizione tecnico-scientifica nella quale al primo posto viene messo il rapporto fra Istituzioni, imprese e transizione energetica. Si menzionano i privati per quanto riguarda l’agrivoltaico ma mai tenendo di conto le comunità, i cittadini, l’economia nel suo complesso equilibrio".
"Dal nostro punto di vista come comitati vogliamo sottolineare le perplessità nei confronti di questa proposta di legge – proseguono –, ma da una prospettiva completamente opposta. La nostra transizione energetica non rifiuta le energie rinnovabili ma rifiuta qualsiasi Agenda che non tenga conto delle esigenze dei territori e di una produzione di energia realmente sostenibile". Insomma per gli ambientalisti non si tratta solo di un’addizione matematica di megawatt da raggiungere entro una certa data. L’unica sfida che i comitati dicono di accettare è la difesa di un ecosistema.
Luca Federici, presidente del comitato Ambiente e Salute Tuscia va oltre. "Per decenni – dice – la Toscana ha rappresentato un modello da seguire, adesso invece rischia di essere consegnata alla più pesante speculazione. La strada che la Regione sta prendendo rischia di fare il gioco delle lobby energetiche, che di green hanno soltanto il nome. In questi giorni Monni ha accusato i comitati di soffrire della sindrome Nimby: ebbene queste considerazioni tolgono l’attenzione dai reali problemi che questa invasione energetica porterebbe ai territori. I comitati sono tutti favorevoli alla transizione energetica, purché sia compiuta con criterio e senza cedere interi territori agli speculatori di turno".
Da tempo si muove anche la coalizione interregionale Tess che coinvolge più di 80 associazioni e comitati. "La legge 199 predilige di installare progetti Fer in aree già antropizzate, quali siti industriali, ex bonifica, tetti, parcheggi, arterie autostradali o ferroviarie. È dunque irragionevole – conclude Federici – questa ostinazione nel proporre simili impianti in aree agricole e di particolare pregio, anche perché i progetti già presentati superano di gran lunga gli obiettivi dell’Agenda 2030. Infine è più che mai fondamentale che i cittadini e i territori abbiano l’ultima parola su scelte così importanti per il proprio sviluppo".
Nicola Ciuffoletti