LUCA AMODIO
Cronaca

La rivolta degli ombrelloni chiusi. I balneari: "I problemi delle gare"

La mobilitazione dei gestori dei bagni a Marina: "Troppa incertezza: c’è il rischio di perdere tutto". Nel mirino la direttiva dell’Ue: "L’Europa fa le leggi senza conoscere la situazione italiana"

Grosseto, 10 agosto 2024 – Ombrelloni chiusi . È questo il simbolo della protesta degli stabilimenti balneari di Marina che ieri mattina hanno aperto al pubblico solo dopo le 9:30. Nel mirino c’è la direttiva Boklestein che prevede che le spiagge vengano affidate tramite gara. Procedure di affido che rischiano di essere senza regole, tuonano i gestori che accusano il Governo di essere sordo rispetto le loro istanze.

Ombrelloni chiusi fino alle 9.30 di ieri sul litorale della Maremma
Ombrelloni chiusi fino alle 9.30 di ieri sul litorale della Maremma

Tra chi ha aderito alla mobilitazione c’è Marco Bertini, dell’omonimo bagno. In mano ci mostra la prima licenza del suo bagno: datata 1955. Allora venne rilasciato alla famiglia l’affido per la gestione del tratto di spiaggia dove ancora oggi ha sede l’attività. "Da una vita siamo qui, abbiamo dato tutto, e da un momento all’altro potremmo perdere tutto", ci racconta. "La direttiva dell’UE? Non tiene conto delle varie situazioni: noi siamo un ambiente familiare, come tanti altri nella costa. Dove andremo a finire, io e la mia famiglia, se ci viene tolta la licenza?", domanda retoricamente.

Gli fa eco il collega del bagno Giglio, Alberto Bartalucci: "un settore bloccato anche se un settore portante dell’economia italiana". "Non è possibile che in tutti questi anni non si sia trovata una soluzione alla questione dei balneari che sono una fetta fondamentale dell’economia dell’Italia, essendo il nostro paese una penisola: nonostante tutto non c’è stato verso di far capire ai nostri governanti l’importanza di questo settore". "Ed è così - prosegue - che anno dopo anno si rimanda per una cosa o per un’altra anziché trovare insieme una riforma giusta".

Il problema non è solo per i gestori, sostiene Bartalucci ma anche per tutti i cittadini e clienti che pagano le conseguenze della paralisi dell’indotto. "L’Unione si rivolge a noi ma senza sapere minimamente come si svolge l’attività di uno stabilimento: chi fa le leggi non ha idea di come si svolge il nostro lavoro: facile dire fare le aste e le gare ma va visto come sono fatte le nostre aziende". Intanto allo stabilimento si erano accumulate alcune persone intente a prendere posto. "Abbiamo spiegato loro la situazione: hanno capito il l dramma e ci hanno capiti", assicura Bartalucci.

Allo stesso modo la pensa anche Mattia Crea del Bagno vacanze "Possiamo proseguire il nostro lavoro o meno? Vogliamo risposte". "l clima di incertezza - racconta Crea - va avanti da troppi anni e non ci dà la possibilità di fare investimenti e di apportare migliorie: insomma è un mercato fermo, si lavora a inerzia, si lavora per andare avanti, per dare valore al nostro territorio ma non ci danno la possibilità effettiva di farlo". "Non sappiamo cosa ci aspetta. Negli anni abbiamo tramandato la voglia di valorizzare il nostro territorio ma ad oggi siamo in un limbo".

All’iniziativa hanno aderito anche Confesercenti e Confcommercio. Contrari invece Cna e Confartigianato. "Purtroppo le gare saranno una realtà - ci aveva detto Daniele Avvento, presidente Sib Confcommercio - ma adesso vogliamo i fatti dal Governo, non le parole". "Sono passati 15 anni dalla direttiva Bolkestein ma nessun Governo ha armonizzato i principi europei con le peculiarità italiane", raccolta Claudio Pierini di Confesercenti. Adalberto Sabbatini, presidente Cna Balneari ha spiegato perché la sua associazione non aderisce: "È una provocazione che dà soltanto un disservizio ai nostri clienti e a quell’ora le spiagge non sono frequentate". Anche a Confartigianato non è piaciuta l’dea. "L’iniziativa penalizza i nostri clienti che sono un patrimonio: è nostro dovere spiegare loro la situazione, far capire cosa noi garantiamo alla gente negli stabilimenti".