Protesta dei trattori, la marcia prosegue: “Ci hanno tolto la dignità”

Oltre 260 mezzi si sono riuniti al centro commerciale Maremà dopo due cortei da Rispescia e Braccagni

Grosseto, 7 febbraio 2024 – Quattro ore di viaggio, tra cartelli, clacson, bare e bandiere italiane. Sventolate sull’Aurelia da oltre 260 trattori che si sono dati appuntamento a Rispescia e a Braccagni per due cortei di protesta degli agricoltori che si concluderà soltanto domani dopo oltre 24ore di presidio. E’ letteralmente esplosa la protesta degli agricoltori anche in provincia di Grosseto. Con un’adesione mai vista fino a questo momento. Il no all’Europa e al Governo è iniziato sull’Aurelia per poi arrivare al piazzale del centro commerciale Maremà, che era stata individuata per la manifestazione. Alcuni attimi di tensione si sono registrati durante la mattinata quando sulla variante a Grosseto il corteo si è fermato. Formando una coda di oltre 9 chilometri in direzione sud. Tutto si è risolto con la marcia dei mezzi che hanno deviato il loro corso verso il piazzale del centro commerciale. I trattori, tra l’inno italiano che risuonava nel grande spiazzo messo a disposizione dalle autorità, hanno fatto da contorno al messaggio che gli agricoltori vogliano far arrivare a Roma, forte e chiaro: difendere l’agricoltura e le aziende agricole da leggi che non permettono a chi vive dei frutti della terra di poter andare avanti in maniera dignitosa. Insieme a loro anche il Conte Max, il popolare comico grossetano che, alla guida di un trattore, ha voluto dare sostegno al movimento. "Ci hanno tolto la dignità - ha iniziato Fabio Mecarozzi, uno degli organizzatori della manifestazione - Finché i politicanti non capiranno che le persone che sono qui non hanno più risorse per andare avanti, staremo qui a manifestare tutta la nostra rabbia. Il movimento è appena iniziato". La battaglia per la difesa del Made in Italy è solo la punta dell’iceberg. "Lavoriamo tutti i giorni ma quello che guadagniamo non ci permette di coprire nemmeno i costi vivi. E il nostro è il lavoro più importante di tutti gli altri perché permette la sopravvivenza di tutti". "Siamo qui perchè le cose vanno malissimo - aggiunge Federico Alberti, produttore di latte nel Mancianese - E la situazione peggiora anno dopo anno. Speriamo che questa protesta, che è esplosa in ogni parte d’Italia, faccia migliorare le cose. Siamo in attesa di un miracolo. I costi di produzione sono quadruplicati ma il guadagno è diminuito. Come possiamo andare avanti così?". "Non possiamo non essere qui a lottare per i nostri diritti - aggiunge Mauro Sani, produttore di grano in provincia - Ancora dobbiamo vendere il grano dell’anno scorso. Il prezzo? Circa 26 euro al quintale. Considerate che paghiamo il seme circa 115 euro al quintale. Ecco il motivo della protesta. Siamo esasperati". Riccardo Romualdi a Giannella produce frutta e verdura. Ha ereditato l’azienda di famiglia, e non vorrebbe pentirsene: "Facciamo vendita diretta dal 2010 ma anche alla grande distribuzione – inizia – Ma le spese adesso sono troppe e ormai insostenibili. Purtroppo questo sistema non funziona e siamo qui per fare qualcosa: il gasolio costa troppo e il prodotto finito praticamente lo regaliamo". La protesta degli agricoltori ha abbracciato tutta la Maremma: i motori hanno infatti rombato contro le politiche governative e dell’Unione Europea con un presidio molto numeroso a Marsiliana. Il corteo poi si è unito ai colleghi fino a Grosseto. "Continueremo a sostenere le imprese locali contro l’ecologia punitiva del nuovo Green Deal a parer nostro eccessivamente severa nei confronti del mondo agricolo – hanno detto – Teniamo sempre a mente che dai campi al supermercato, i costi si moltiplicano a dispmisura per il consumatore finale e questo non è più sostenibile".

M.Alf.