di Cristina RufiniGROSSETOIndubbio che la qualità dell’aria In Maremma sia migliore che in altre zone non solo della Toscana ma d’Italia. Nonostante questo ci sono ’sacche’ di territorio che devono correggersi e abitudini da migliorare per raggiungere i parametri che impone la normativa europea dal 2030.’ È partita in questi giorni la campagna di Legambiente ’Città 2030’. Parallelamente il movimento del cigno ha pubblicato il nuovo rapporto ’Mal D’aria di città’ sulle rilevazioni di inquinamento in tutto lo Stivale. E la provincia di Grosseto, benché possa apparire strano, è tra le tre province in Toscana che deve correre ai ripari (arrivando a un -9%) sulle concentrazioni medie di biossido di azoto, l’inquinante prodotto prevalentemente dalle emissioni dei processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico). Le concentrazioni medie di Pm10 sono "Grosseto è una delle province toscane per le quali è indicata una necessità di riduzione del 9% delle emissioni di biossido di azoto (NO2). Nonostante i livelli siano generalmente inferiori rispetto ad altre aree urbane più densamente popolate – spiega Angelo Gentili, responsabile nazionale agricoltura di Legambiente – alcune zone della provincia registrano concentrazioni significative di questo inquinante, richiedendo interventi mirati per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria. Ecco la necessità di un lavoro sempre più certosino e scrupoloso per limitarne gli impatti negativi, a partire da un disincentivo concreto all’utilizzo delle auto in città o nei luoghi turistici in estate, quando la pressione antropica è maggiore, a favore di una mobilità condivisa e sostenibile". Per poi concludere che "la qualità dell’aria in Maremma è generalmente buona grazie ad alcune caratteristiche del territorio che favoriscono la dispersione degli inquinanti – sottolinea – La bassa densità abitativa e industriale limita le emissioni su larga scala, mentre la presenza di vaste aree naturali e di venti costanti aiuta a mantenere bassi i livelli di polveri sottili e altri agenti inquinanti. Tuttavia, esistono anche alcune criticità. Il traffico veicolare resta una fonte di inquinamento significativa, soprattutto perché l’uso dell’auto privata è ancora la scelta predominante per gli spostamenti. A questo si aggiunge una mobilità sostenibile ancora poco diffusa: l’uso del trasporto pubblico è limitato e le alternative ecologiche, come le infrastrutture per la mobilità dolce o l’elettrificazione dei trasporti, non sono sufficientemente sviluppate o incentivate".
CronacaQualità dell’aria, correttivi necessari: "Attenzione al biossido di azoto"