
di Andrea Fabbri
GROSSETO
"Asl Toscana Sud Est avrebbe dovuto applicare da subito le nuove regole per le quarantene scolastiche validate da ministero della Salute e ministero dell’Istruzione con una circolare interna dello scorso 3 novembre. Non doveva attendere chissà quale interpretazione da parte di nessuno". Dopo il Difensore civico della Toscana, Sandro Vannini, intervenuto per ben due volte sul tema a seguito dei servizi de La Nazione riguardanti il liceo scientifico Marconi e l’Itituto tecnico industriale del Polo tecnologico Manetti-Porciatti, adesso è il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Toscana, Camilla Bianchi, informata proprio da Vannini, a pronunciarsi sulle due vicende e in particolare sui fatti del Manetti-Porciatti, dove a seguito della positività di un insegnante la scuola ha inteso mettere in quarantena tutte le classi potenzialmente interessate da un eventuale contagio: Iniziativa assunta su indicazione del Dipartimento di prevenzione dell’Asl.
"Si ribadisce – scrive la Garante per l’infanzia e l’adolescenza – come la circolare a firma di due ministri costituisca una linea guida dalla quale è possibile per il Dipartimento di Prevenzione discostarsi solo in casi particolari e previa adeguata motivazione. Né, si aggiunge, le disposizioni della circolare necessitano di provvedimenti attuativi da parte dell’azienda sanitaria o della Regione atteso il loro chiaro tenore, risultando pertanto del tutto incongruente in linea di principio un generalizzato atteggiamento maggiormente prudenziale rispetto ad indicazioni nazionali condivise con le Regioni e validate dall’Istituto Superiore Sanità e dai tecnici dei due Ministeri. Si torna pertanto a chiedere le ragioni per cui il Dipartimento di Prevenzione ritenga di non doversi uniformare alle disposizioni della richiamata circolare congiunta dei due Ministeri della Salute e dell’Istruzione (in realtà i fatti delle due scuole si riferiscono al periodo dal 4 all’8 novembre, giorno in cui Asl ha annunciato di essersi adeguata proprio a partire dall’8 novembre alle nuove disposizioni, ndr) e a sollecitare la Regione perché valuti l’adozione di provvedimenti generali onde evitare difformità di interpretazione sul territorio regionale. Unendomi ancora una volta alle condivisibili osservazioni del Difensore civico, sono quindi a mia volta a chiedere nuovamente, nel superiore interesse delle persone di minore età, una tempestiva e puntuale informativa sulla vicenda ed in particolare specifici chiarimenti per conoscere quali siano le determinazioni assunte o che si intende assumere al riguardo".
La tempestiva adozione delle nuove linee guida (cioè tampone immediato a tutti gli studenti contatti del caso indice positivo e successivo isolamento soltanto di un eventuale secondo infettato), tra l’altro, porta a pensare che sarebbero evitati gli episodi potenzialmente in contrasto con la tutela della privacy che vengono segnalati a La Nazione in queste ore.
A causa delle vecchie regole sulla quarantena, infatti, accade che gli studenti vaccinati siano potuti tornare in classe prima diquanto non sia stato consentito ai non vaccinati, i quali hanno continuato a seguire le lezioni a distanza mentre i loro compagni erano presenti fisicamente in classe insieme agli insegnanti. Ciò ha disvelato ai gruppi classe in presenza la condizione di ’non vaccinati’ dei gruppi costretti a restare a casa perché in attesa del tampone previsto al termine di un periodo di quarantena più lungo.
Questa situazione sta agitando alcune famiglie che non accettano ciò che percepiscono come una violazione della privacy, in un contesto abbastanza delicato come quello della scuola.