REDAZIONE GROSSETO

Quei versi improvvisati davanti a Roberto Benigni

Nel 1987 esibizione a Volterra con un pubblico straripante sotto al palco

Storici e poeti dell’antica Roma narrano di feste campestri allestite, nel terzo secolo a.C., presso la via Amerina tra Etruria e Lazio dove, in estate, dopo abbondanti libagioni, la gente dei campi, coperta la faccia con una scorza di albero, versibus alternis…fudit (a versi alterni improvvisò).

Questa forma di improvvisazione a versi alterni, sopravvissuta ai secoli e giunta ai nostri giorni, l’ho praticata, in vari contesti tra cui eventi degni di nota come lo spettacolo svoltosi nel 1987 per la rassegna "Volterrateatro", a cui partecipava Roberto Benigni.

Dopo un "todos caballeros", ossia tutti dentro, paganti e non, dovuto alla pressione della folla all’ingresso, come improvvisatori, travolti dal fenomeno Benigni, cantammo poco, ma ottenemmo comunque grande visibilità.

In seguito, nel 1998, con la costituzione della Lipe (ovvero la Lega Italiana Poesia Estemporanea), ci fu una svolta importante, grazie agli annuali incontri, organizzati nella sede di Pomonte, con la presenza di poeti provenienti da molti paesi come Cuba, Argentina, Uruguay, Spagna, Malta e Corsica.

Momenti utili ai fini della divulgazione sono stati poi, sia la partecipazione al programma televisivo "Maurizio Costanzo Show", con David Riondino, sia la partecipazione nel 2005 al Festival di Sanremo.

In questa manifestazione, tra lo sfarzo di suoni e di voci, in uno sfolgorio di colori, si improvvisò concludendo con i versi: "Tornasse Dante con ‘ste luci in viso riscriverebbe un altro Paradiso".

Anche se non in Paradiso, in quella circostanza, l’improvvisazione versibus alternis arrivò veramente in alto.

Mauro Chechi