REDAZIONE GROSSETO

Quell’impero romano antico ma sempre attuale

Il giudice Alessandro Leopizzi, oggi alle 18.30 all’Antica Fattoria la Parrina, presenterà il suo romanzo storico. Insieme a lui, l’avvocato Michele Greco

Invasori alle porte, profughi ammassati sulle spiagge, corruzione dilagante e tensioni sociali sul punto di esplodere. Sembra cronaca dei nostri giorni e invece è lo scenario in cui si apre ‘Assalto all’impero’ di Alessandro Leopizzi (nella foto), orbetellano, magistrato, che oggi alle 18.30 sarà ospite dell’Antica Fattoria la Parrina. Insieme a lui, l’avvocato Michele Greco, che lo accompagnerà in un viaggio attraverso i secoli, rievocando la Roma di fine impero, quella del 376, quando le fondamenta dell’Urbe iniziano a cedere. Crolleranno nel giro di un secolo, sotto il peso di molteplici cause, alcune delle quali sono però già sotto gli occhi dei protagonisti di questo romanzo, uscito nei giorni scorsi per Newton Compton. "Quando si parla di basso impero – racconta l’autore – si pensa spesso al rapporto tra quel periodo di nani e ballerine e i giorni nostri. In realtà, stavo leggendo alcuni testi dell’epoca e mi sono imbattuto in storie di popoli in fuga, corpi ritrovati senza vita sulla spiaggia, profughi ammassati in centri perché nessuno sa dove metterli. Sembrava di vedere un telegiornale". In questo scenario si intrecciano le storie del tribuno Balbo che insieme alla recluta Lucio fronteggia l’invasione dei Goti, della giovane Vanadis che si trasforma da profuga in potente signora della guerra, e del re Fritigerno, impegnato a tenere unite le caotiche fila del suo popolo. Fino alla battaglia finale, Adrianopoli. "C’è un’enorme pubblicistica su quel periodo – racconta Leopizzi – ma non ho trovato opere di narrativa. Così ho pensato di scriverne una. Documentandomi ho accumulato sul mio comodino tantissimo materiale, che inizialmente leggevo per pura curiosità e che poi ho invece iniziato a studiare per lavorare al romanzo". Il rapporto che un romanzo storico traccia tra l’epoca che racconta e quella in cui viene scritto è un argomento esplorato da sempre, ma mai esaurito del tutto. In questo caso il gioco di rimandi è però evidente da subito, per stessa ammissione dell’autore. "La geopolitica raccontata sui giornali di oggi – afferma lo scrittore – è tuttora ispirata a logiche di stampo imperiale. In realtà, Roma ci mise ancora un secolo prima di crollare, ma era già malata all’interno. Il virus circolava dai tempi di Commodo. Il potere non ha saputo gestire e distribuire le risorse, morali e materiali. E quel virus si è mangiato l’intero organismo".

Riccardo Bruni