Castiglione, 18 luglio 2021 - «Entusiasmante, indimenticabile e, me lo lasci dire, anche commovente". Così Andrea Ferretti, medico della Nazionale, sintetizza con queste tre parole il successo degli Azzurri agli Europei di calcio di appena una settimana fa. Incontriamo il professor Ferretti al ristorante Miramare a Castiglione della Pescaia, località diventata il suo buen retiro da quando una decina di anni fa vi ha acquistato una casa. Professore, la colonna sonora di questi Europei è stata «Notti magiche», l’inno dei Mondiali di Italia ’90 dove iniziò la sua avventura nello staff medico azzurro. "E’ proprio così quella canzone, forse anche per quello, me la sento addosso. Del resto il brano della Nannini e di Bennato era diventato il mantra della squadra. Insieme a un’altra canzone (questa napoletana dal titolo ‘Ma che dieta è‘ fatta conoscere a tutto il gruppo dai tre partenopei Insigne, Donnarumma e Immobile’) erano cantate puntualmente sul pullman nei viaggi di ritorno dopo le partite". Che cosa l’ha colpita di questo gruppo, oltre al fatto, ovviamente, di essere una squadra vincente? "Premesso che questo era un gruppo forte, hanno dominato il torneo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, mi ha colpito l’allegria, lo spirito gioioso che ha caratterizzato questa nostra avventura. Hanno vissuto questa esperienza con un sano spirito di divertimento". Tutti i giocatori azzurri hanno sottolineato lo spirito di gruppo che anima questa squadra. "Sicuramente, però senza elevate doti tecniche e tattiche da solo non basta. I valori tecnici dei nostri giocatori sono davvero altissimi. La Nazionale di Mancini è un gruppo forte e omogeneo, senza punti deboli. Basti pensare che poteva contare su almeno due giocatori di alto livello per ogni ruolo". E poi c’è Mancini... "A parte le indiscusse doti tecnici, il suo merito maggiore è stato quello di avere una convinzione incrollabile e cioè che i suoi giocatori erano i più bravi di tutti, e come tali li trattava. Peraltro non c’è cosa peggiore che avere un tecnico che sottolinea le carenze dei suoi giocatori". La sua dote maggiore? "La serenità, è un uomo sereno, in grado di prendere decisioni serenamente. Ascolta tutti, parla poco, e questo è un pregio, ma poi fa la sintesi e decide lui". Che ruolo ha avuto Vialli? "Nel gruppo, insieme al team manager Oriali, è stato un punto di riferimento per tutti. Ha dimostrato e soprattutto ha dato un esempio di grande umanità e coraggio". Tre aggettivi per definire la vittoria degli Europei. "Entusiasmante, indimenticabile e commovente. L’altra sera sono venuto a cena qui dagli amici del ristorante Miramare e ho voluto fare la foto con la medaglia vinta e con tutti i camerieri perché penso che un pezzettino di questa vittoria sia di ciascuno italiano, che ci ha trasmesso il proprio affetto dal primo all’ultimo giorno di questa indimenticabile avventura".
Cronaca"Questo Europeo è un po’ di tutti gli italiani"