REDAZIONE GROSSETO

Raccolta delle castagne. Un incremento del 20%. Ma ora c’è il problema dei furti

Dopo anni di difficoltà risultati importanti per la produzione in provincia di Grosseto in particolare sull’Amiata. Dati confortanti anche per le attività legate alla filiera.

La raccolta di castagne quest’anno ha avuto un incremento del 20%

La raccolta di castagne quest’anno ha avuto un incremento del 20%

Dopo anni di difficoltà e raccolti stentati i castanicoltori tornano a sorridere. La raccolta delle castagne è iniziata da poco e a livelloprovinciale si sta registrando un + 20% del prodotto. L’andamento stagionale, al contrario del 2023, ha favorito una buona "allegagione" primaverile, arrivando ad oggi con una buona e soprattutto sana quantità di prodotto. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base delle stime dell’Associazione Nazionale Città del Castagno che monitora costantemente le aree di produzione. Sull’Amiata i castanicoltori sono a lavoro per raccogliere i frutti di anni di lotta al cinipe e condizioni meteo avverse. Le aziende castanicole del Monte Amiata negli anni si sono dovuti trovare anche strade alternative a quelle già battute. Così negli anni sono stati strutturati e messi in piedi alcuni progetti in grado da dare una seconda vita alla castagna.

"La legge sulla multifunzionalità, voluta da Coldiretti nel 2001 – spiega Simone Castelli, presidente Coldiretti Grosseto – ha dato una chance alle aziende agricole di immaginare e poi poter sviluppare, anche attorno ai castagneti, tutta una serie di nuove opportunità che spaziano dall’accoglienza turistica alla didattica, dalla ristorazione alla vendita diretta e al benessere". Poi Castelli parla di un progetto che guarda al castanoturismo con ottimismo: "Il primo percorso sensoriale, sul Monte Amiata – conclude – è sicuramente una delle più recenti ed innovative iniziative. La castagna è una risorsa importante per l’integrazione del reddito agricolo di tante piccole aziende, per lo più a conduzione familiare, la cui sussistenza è strettamente legata alla valorizzazione e salvaguardia del patrimonio castanicolo". Sperimentare ed organizzare i bagni di castagneto per ritrovare il benessere, testare la castanicoltura sociale, quella terapeutica e della salute è una delle ultime frontiere del bosco. I castagneti sono certamente fra i boschi più idonei per svolgere le attività di terapia forestale, grazie anche all’importante emissione di monoterpeni e quelli dell’Amiata sono fra quelli più vocati. Proprio per questo motivo è venuta l’idea a Mirco Fazzi, castanicoltore di Castel del Piano, dopo una visita in trentino Alto Adige ad un percorso realizzato nel bosco, di adattare l’idea vista al proprio castagneto. "Lo scopo di questo percorso – afferma Mirco Fazzi – è dare vita a una nuova attività extra-agricola legata al castagneto che lo valorizzi e nel contempo produca reddito; i castanicoltori per necessità, oltre che per passione, saranno sempre più in futuro gli artefici della castanicoltura turistica, dell’accoglienza all’interno dei castagneti, di attività innovative, sociali, commerciali, artigianali, sportive e del benessere. Spero che questa nuova attività proposta incontri il favore dei turisti che ricercano sull’Amiata sempre più benessere e relax".

Negli anni l’Amiata è stata terra di sperimentazione per quanto riguarda progetti dedicati alla filiera castanicola. Oltre a quest’ultimo dedicato al castaneoturismo, si è da poco concluso il progetto Chebapack dove sono stati realizzati prototipi di contenitori realizzati da ricci e foglie. "L’obiettivo è dare una seconda vita alla castagna. – spiega Giovanni Alessandri, direttore dello studio Agricis che accompagna aziende in molti di questi progetti –. Adesso la fatica è riuscire a immettere nel mercato i prototipi realizzati". Un altro progetto all’avanguardia fu OpenRiccio, la proposta innovativa fu quella di realizzare prodotti cosmetici con i ricci dei castagni. "Importante è stato anche LiveCast2 – prosegue Alessandri – Che ha permesso di pensare modelli di nuovi impianti castanicoli in terreni non vocati". Tornando al raccolto 2024 i castanicoltori sottolineano che all’aumentare della qualità del prodotto aumentano anche i furti e Francesco Monaci, castanicoltore amiatino dice. "Quest’anno abbiamo la soddisfazione di poter godere di un prodotto di qualità e il mercato ci sta dando delle buone risposte. – spiega Monaci. Un risvolto negativo purtroppo sono l’aumentare dei furti di castagne".

Nicola Ciuffoletti